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Ismea, il vino italiano continua a valere di più


Sono stati presentati al Terzo Forum Montepaschi sul vino italiano i risultati della ricerca realizzata dall’Area Research della Banca e da Ismea sull’andamento dell’export vinicolo e sulle prospettive dei nuovi mercati.
L’analisi fotografa l’andamento del mercato mondiale del vino, per volume e valore, rilevando come per l’Italia, a fronte della riduzione dei consumi interni, l’export sia il principale driver di sviluppo.
L’Italia produce il doppio della domanda interna e il consumo pro-capite cala di un litro l’anno (ora si attesta tra i 35 e i 37 litri). Solo il 14% delle aziende che non esportano continua a crescere, mentre il dato quasi triplica (43%) per le imprese che operano sui mercati internazionali, le quali raccolgono mediamente fuori dai confini nazionali circa il 37% del proprio fatturato.
Nonostante l’Italia rischi il sorpasso da parte della Spagna come primo fornitore mondiale in volume, non sembra arrestarsi la crescita in valore del vino italiano che, dopo l’ottima performance del 2011 (4,4 miliardi di euro), è cresciuto di un ulteriore 8% nei primi sette mesi del 2012. Ed è proprio la crescita in valore il dato più attendibile per valutare la capacità di penetrazione dei vini di pregio.
Secondo Ismea, le maggiori potenzialità si riscontrano nei nuovi mercati dell’Europa dell’Est, comunitaria e non, ai quali si affiancano, fuori dal Continente, alcuni Paesi sudamericani e quelli dell’Estremo Oriente.