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“Inutile scommettere su razze in estinzione”


«Produttività, sostenibilità economica, ambientale e sociale, innovazione, reti e territori sono le sfide dei prossimi anni».
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, intervenendo al convegno su “La cultura alimentare italiana: una tradizione innovativa”, nell’ambito del Meeting di Rimini e al quale hanno preso parte anche il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, il fondatore della catena Eataly Oscar Farinetti e il presidente della Ferrero Francesco Paolo Fulci. I lavori sono stati introdotti da Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere.

MODERNIZZARE L’AGRICOLTURA
«Il prodotto alimentare italiano – ha osservato il presidente di Confagricoltura – nasce grazie ad un patrimonio di conoscenze, una cultura millenaria radicata nei territori, che appartiene a tutta la filiera produttiva. Poi però deve trovare le vie del mondo dove il made in Italy è un brand conosciuto e apprezzato. Per fare questo dobbiamo modernizzare la nostra agricoltura e le nostre filiere agroalimentari. Un processo che è stato già intrapreso da tempo e che non possiamo e non dobbiamo fermare illudendoci magari che i mercati globali si conquistino solo con razze e varietà in via di estinzione».

STARE SUL MERCATO
Secondo Guidi, i mercati globali si presidiano invece con la competitività, che passa anche attraverso l’innovazione che migliora i processi, i prodotti e, in ultima analisi, la redditività degli operatori. «Per questo – ha continuato – dobbiamo puntare sulle imprese che hanno una valenza economica, che sono in grado di stare sul mercato, perché solo incrementando la loro attività si potrà conseguire l’obiettivo di favorire uno sviluppo del settore che garantisca crescita e occupazione a vantaggio di tutti e che allo stesso tempo sia sostenibile».

DIALOGO E CONCERTAZIONE
Il presidente di Confagricoltura ha ricordato che il settore agricolo, da sempre attento alla chiusura dei cicli naturali, si sta sempre più concentrando sulla generazione di crescita economica attraverso una gestione efficiente delle risorse. A suo avviso, le varie filiere agroalimentari hanno grandi responsabilità: devono individuare, nel dialogo e nella concertazione, le scelte strategiche da compiere per conquistare fette sempre più consistenti di mercato.
«Non c’è contrapposizione tra filiere corte e lunghe – ha spiegato – e il vero tema riguarda l’organizzazione per imporsi sui mercati, quello interno e quello globale».

(nella foto: Mario Guidi)