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Incontro Cia-Biraghi “Serve maggiore equità”


“Si è svolto mercoledì 25 maggio, presso la sede della Biraghi Spa, un tavolo di confronto dell’Azienda con la rappresentanza regionale della Confederazione Italiana Agricoltori sulla crisi del settore lattiero-caseario italiano.

Trasparenza della materia prima in etichetta, sensibilizzazione dei consumatori italiani verso i prodotti realizzati con latte 100% italiano, valore delle iniziative in questa direzione come “Piemunto” della Regione Piemonte, sono stati i punti toccati da Bruno e Anna Biraghi per indicare le possibili soluzioni dal punto di vista delle imprese.

Nel corso dell’incontro, la Cia ha posto l’attenzione su alcuni temi di stretta attualità per l’intera filiera con particolare attenzione alle problematiche vissute dagli allevatori del territorio in questa ultima fase di mercato e soprattutto sulla preoccupazione dei livelli di prezzo effettivamente corrisposti ai produttori di latte.

A conclusione del dialogo, valutato concordemente da entrambe le parti come opportunità di riflessione e di stimolo, la proprietà e i vertici manageriali della Biraghi Spa hanno dichiarato di confidare in un miglioramento nei prossimi mesi della situazione del comparto, con potenziali riflessi positivi anche sulle aziende agricole. In merito ai prezzi di acquisto del latte dagli attuali 197 conferenti, tutti confermati per la campagna casearia in corso, la Biraghi Spa ha infine confermato che a fine anno si attesteranno nella media dei caseifici piemontesi, come è sempre accaduto per esplicita volontà e filosofia dell’Azienda“.

COSA NE PENSA CIA PIEMONTE

Fin qui il comunicato della Biraghi s.p.a., che la Cia ringrazia per la disponibilità al confronto ed a cui riconosce il merito di lavorare solo latte piemontese, ma non possiamo non ricordare che in questo momento il latte alla stalla viene pagato 11-12 centesimi in meno di quanto costi produrlo. Se questa situazione non cambia, gli allevatori possono solo chiudere i battenti e abbattere i loro capi.

Siamo davanti ad una crisi strutturale del settore cui occorre far fronte con un gioco di squadra, a cui nessun attore della filiera si può sottrarre.

In primo luogo occorre sollecitare nuovi e più incisivi interventi da parte delle Istituzioni europee e nazionali a sostegno del settore. L’introduzione dell’obbligo dell’indicazione dell’origine del latte non è più rinviabile. Altrettanto necessario il sostegno a forme concordate di pianificazione della produzione, ma nell’ambito delle politiche comunitarie devono anche essere adottati strumenti efficaci per contenere la volatilità dei prezzi. L’Unione europea ha considerato fino ad ora l’incertezza dei mercati e la volatilità dei prezzi come un fenomeno “normale” cui assistere senza intervenire, ma i costi di scelte politiche o anche di tempeste finanziarie che influenzano negativamente il mercato non possono essere scaricati interamente sulle spalle dei produttori. Occorre introdurre nella politica agricola europea dei meccanismi per reagire in modo rapido e efficace alle oscillazioni dei prezzi perché gli strumenti che abbiamo oggi sono inadeguati.

Per quanto riguarda gli operatori del settore, l’imperativo prioritario resta quello eliminare o almeno ridurre gli squilibri all’interno della filiera. Fondamentale é quindi arrivare presto nel nostro Paese alla costituzione di un Organismo interprofessionale all’interno del quale si configurino rapporti di sana collaborazione tra i soggetti a monte e quelli a valle della filiera. L’ottica deve essere quella di lavorare in termini di competitività di filiera: dovrebbe ormai essere chiaro, infatti, che per ottenere un risultato in termini di redditività delle produzioni nel settore lattiero – caseario, non è più consentito che vi siano soggetti che tentino di avvantaggiarsi rispetto ad altri anelli della filiera.

Il mondo zootecnico ha bisogno di un profondo ripensamento da parte di tutti i soggetti coinvolti, che devono fare sistema coordinandosi tra loro, ripartendo in modo equo il valore tra i diversi attori della filiera. Attualmente ci sono situazioni di sbilanciamento interno intollerabili.

(Fonte: Cia Piemonte)