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In Piemonte l’acqua si paga alla montagna


Dal 1 gennaio 2014 cambieranno, in Piemonte, i canoni e le modalità di concessione per lo sfruttamento delle acque minerali da parte delle aziende d’imbottigliamento.
I titolari delle concessioni di acque minerali e di sorgente destinate all’imbottigliamento saranno infatti tenuti alla corresponsione, alla Regione e ai Comuni interessati, di un unico canone annuo calcolato sia sull’estensione della superficie dell’area oggetto di concessione che in rapporto al quantitativo d’acqua imbottigliato. La quota di canone rapportata all’estensione della superficie dell’area oggetto di concessione è fissata in 35,00 euro per ogni ettaro o frazione di ettaro, con un minimo di 3mila euro, mentre la quota variabile di canone è differenziata per scaglioni di quantitativi di acqua imbottigliata, al fine di agevolare le realtà imprenditoriali di minori dimensioni. Lo stabilisce il Regolamento regionale recante “Disciplina dei canoni di concessione delle acque minerali e di sorgente destinate all’imbottigliamento”, proposta dalla Giunta regionale e discusso in Commissione Ambiente del Consiglio regionale.
Nella stesura del nuovo regolamento la Regione ha voluto premiare, prevedendo riduzioni e in alcuni casi esenzioni dal canone, tutte quelle aziende che privilegeranno l’utilizzo del vetro o di contenitori ecosostenibili, il recupero dei vuoti a rendere e l’adesione a sistemi di gestione ambientale certificati. Il canone dovuto potrà essere ulteriormente ridotto, in misura comunque non superiore al 70 per cento, a seguito della sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Regione avente ad oggetto l’innalzamento o la difesa dei livelli occupazionali.
Tra le novità introdotte dal regolamento anche il “contatore”: i concessionari installeranno a fini conoscitivi, entro il 31 dicembre 2014, appositi misuratori in ingresso allo stabilimento. Tali strumenti consentiranno di misurare in modo preciso i quantitativi d’acqua complessivamente utilizzati. Il nuovo regolamento prevede inoltre benefici economici non solo per i Comuni sul cui territorio è situato lo stabilimento di imbottigliamento ma estende tale possibilità anche a tutti quei Comuni che, anche solo marginalmente, risentono dell’impatto di tali impianti. In Piemonte le imprese di imbottigliamento attive sono 12 e gli addetti del settore sono circa 500.
“Per l’acqua minerale, come per altri beni di primaria importanza prodotti dalla montagna, esisteva una tradizione di prelievo di risorse senza corrispettivo – ha dichiarato il presidente regionale della Cia Roberto Ercole –. Fortunatamente si è posto fine a questo scandalo. Si è compreso che i territori montani non possono permettersi di fornire le proprie materie a costo zero. Spetta ai Comuni montani decidere se il canone stabilito dalla Regione è adeguato o meno, ma esiste ancora una necessità: quella di uniformare i canoni a livello nazionale. Nel panorama nazionale, infatti, la situazione è molto variegata e ciò rischia di creare distorsioni nella concorrenza tra le fabbriche imbottigliatrici di acque minerali”.