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Il vitellone ai cereali “pugnalato alle spalle”


“Di fronte alla difficile situazione che sta vivendo il settore zootecnico da carne, la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori – informa il direttore provinciale, Igor Varrone – si è rivolta a tutte le organizzazioni della filiera carne per cercare insieme una soluzione che affronti la serie di problematiche, a cominciare dai rilevanti costi che pesano sulla gestione aziendale e consenta una nuova fase di rilancio, valorizzazione e promozione del settore. Sono troppi i mesi di difficoltà per gli allevatori bovini da carne e poco è stato fatto, a livello nazionale, per la valorizzazione della carne italiana. Tutto ciò con la conseguenza dell’aumento vertiginoso delle importazioni di carne bovina e il pericolo, ormai reale, che il consumatore in futuro nel piatto non possa più trovare carne “made in Italy”.
“Negli ultimi mesi – ricorda ancora Varrone – si è avviata un’importante esperienza con la presentazione al ministero delle Politiche agricole del disciplinare del “vitellone ai cereali” come Sistema di qualità nazionale. Il Disciplinare di produzione del vitellone ai cereali definisce un processo produttivo nell’ambito di un Sistema di qualità nazionale zootecnia (Sqn) per le carni bovine contrassegnate dalla denominazione “vitellone ai cereali” in conformità alle prescrizioni del decreto ministeriale 4 marzo 2011. Tale sistema permette di garantire un processo produttivo ed un sistema di rintracciabilità delle carni lungo la filiera (allevamento-punti vendita) e la verifica della veridicità delle informazioni relative all’animale, alle fasi di macellazione e di lavorazione tramite le quali sono ottenute le carni. Il disciplinare propone un processo produttivo per ottenere carne bovina con caratteristiche qualitative che permettano al consumatore di differenziarle al momento dell’acquisto”.
“Abbiamo appreso che nei giorni scorsi, alla vigilia dell’approvazione del disciplinare – segnala il direttore della Cia cuneese – sono giunte al ministero alcune osservazioni al testo che di fatto ne bloccano l’approvazione. La Cia si chiede come in un momento così delicato per gli allevatori di carne bovina, organizzazioni interne al settore cerchino di bloccare un percorso che potrebbe qualificare la carne italiana. Come Cia ci domandiamo, inoltre, se queste osservazioni non potevano essere presentate nella fase di discussione del progetto e non proprio alla vigilia dell’approvazione del disciplinare. Da qui la nostra sollecitazione di un confronto realmente costruttivo che possa dare nuove prospettive di crescita al settore”.