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Il riordino delle Province preoccupa l’agricoltura


Il 27 ottobre scorso il Consiglio regionale ha approvato la legge regionale che riordina le Provincie.
Il provvedimento individua, oltre alla Città Metropolitana di Torino, tre aree vaste che coincidono con gli ambiti ritenuti ottimali per svolgere vecchie e nuove funzioni: il primo comprende Novara, Vercelli, Biella e Verbano Cusio Ossola; il secondo Asti e Alessandria; il terzo Cuneo.
Al Vco, nello specifico, è riconosciuto uno status particolare in qualità di territorio montano con riferimento alle funzioni in materia di foreste, cave, usi civici, formazione professionale, autorizzazione di impianti a biomassa.
Per il resto è tutto un “rimescolamento” di competenze. E’ previsto il rientro in Regione di 1.300 dipendenti di cui 289 solo in agricoltura. Questo non deve significare, per La Cia del Piemonte, lo smantellamento delle strutture attualmente presenti sul territorio che gestiscono le pratiche agricole, prime fra tutte le pratiche legate al Psr.
Il Psr è lo strumento finanziario più significativo e rilevante per il potenziamento della competitività del settore agricolo e forestale piemontese e la salvaguardia degli ecosistemi, da cui gli agricoltori si aspettano molto.
Sarebbe davvero grave che dal “rimescolamento” l’agricoltura ne uscisse penalizzata e si complicassero e si allungassero le procedure per l’esame e l’approvazione delle pratiche agricole.