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Il Psr salvi la Pecora delle Langhe


Nel 1950 la consistenza della Pecora delle Langhe era stimata in 45.000 capi. Nel 1980 era di circa di 15.000 capi. Dagli anni Ottanta in poi la Pecora delle Langhe ha subìto un’ulteriore notevole regressione numerica. Oggi, gli esemplari adulti della razza autoctona delle Langhe controllati dall’Associazione regionale allevatori sono 1.707 (dati aggiornati al 31 dicembre, forniti dalla sede cuneese dell’organismo), numero che arriva a circa 2.400 se si considerano anche gli animali giovani. Si tratta di cifre che fanno capire come mai, dal 2001, la pecora delle Langhe sia stata inserita nell’elenco delle specie in via di estinzione.

L’origine della Pecora delle Langhe deriverebbe delle cosiddette razze lattifere a vello ruvido del Mediterraneo occidentale. E’ considerata una razza autoctona della zona alto-collinare dell’Alta Langa cuneese e di zone limitrofe della Liguria (Savonese).

In Alta Langa, l’allevamento delle pecore ha radici antiche: un tempo ogni famiglia possedeva un piccolo gregge per il proprio sostentamento. Ma a partire dagli anni Cinquanta la Langa si è via via spopolata, i contadini si sono trasferiti in città per fare gli operai abbandonando l’allevamento delle pecore.

Ora la speranza per la Pecora delle Langhe si chiama Psr, che dovrebbe aumentare i contributi da 32 a 60 euro a capo per chi alleva animali di specie in via di estinzione. La salvaguardia di questa razza è importante, perché è parte della cultura locale, testimone di biodiversità.

Lo scarso numero di capi, oltre ad aumentare il rischio di consanguineità tra gli esemplari, si ripercuote anche sulla produzione del formaggio Murazzano Dop, altro settore già in difficoltà a causa della burocrazia che spinge i produttori a puntare su formaggi simili, ma senza denominazione per avere meno scartoffie da compilare. Oggi, al Consorzio di tutela aderiscono quattro caseifici.

(Fonte: Cia Piemonte)