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Il prezzo dei suini in Italia crolla del 18 per cento nei primi due mesi del 2019, buone le quotazioni in Europa


Il prezzo medio annuo dei suini pesanti nel 2018 ha evidenziato un valore pari a euro 1,489/kg, con il recupero dell’Iva il prezzo risulta pari a 1,607,40/kg.

COSTI DI PRODUZIONE

Quali i costi di produzione? A proposito l’Ismea, con il supporto del Crpa, ha realizzato una rilevazione dei costi di produzione del suino pesante in allevamento a ciclo chiuso e ingrasso. I dati, recentemente pubblicati, riguardano il 2017 ed evidenziano un costo di produzione dell’allevamento a ciclo chiuso di euro 1,480/kg, Iva compresa. Mentre l’ingrasso evidenzia un costo di produzione pari a euro 1,640/kg.

I margini netti nel corso del 2017, considerate anche le ottime quotazioni dei suini da macello, sono stati più che soddisfacenti. Diversa la situazione del 2018.

Secondo alcune nostre rilevazioni riguardanti il 2018 il risultato è il seguente: l’allevamento a ciclo chiuso, con un costo del lattonzolo tra i 70-75 euro, ha chiuso il bilancio in positivo. L’ingrasso, che invece ha pagato i lattonzoli tra i 100 e i 110 euro a capo, ha chiuso il bilancio in negativo. Anche la scrofaia che vende i lattonzoli ha avuto difficoltà a chiudere in pareggio per effetto del crollo delle quotazioni del lattonzolo nel secondo semestre 2018, quando i suinetti sono scesi a valori tra i 60 e 65 euro/capo.

ANDAMENTO MERCATI

Nel mese di gennaio 2019 le quotazioni medie dei suini da macello hanno registrato buoni andamenti tendenziali in quasi tutti i paesi europei ad eccezione della Danimarca e dell’Italia.

Le quotazioni medie del mese di gennaio 2019, rispetto al gennaio 2018, hanno registrato le seguenti variazioni: Olanda +4,97%, Germania +2,41%, Francia +4,84%, Spagna +3,66%, e Danimarca -5,45%.

In Italia, il prezzo medio dei suini pesanti da macello è diminuito del 18,93%, un risultato negativo che sta mettendo in forte difficoltà gli allevamenti.

Se consideriamo che nel mese di febbraio 2019 abbiamo ancora una ulteriore, seppur lieve, flessione, -0,94%, c’è effettivamente da essere poco ottimisti.

Rispetto al febbraio 2018 si registra una diminuzione del prezzo del 17,70%. Un crollo causato principalmente dalla crisi di mercato del prosciutto crudo e dall’aumento della produzione.

CONSUMI IN CALO

La diminuzione dei consumi domestici, che ormai si protrae da alcuni anni, più volte da noi evidenziata nei nostri commenti dello scorso anno, sta facendo i suoi effetti. La rilevazione Nielsen sui consumi domestici nel corso del 2018 evidenzia i seguenti risultati:

  • carni fresche -1,9%;
  • Totale salumi -1,0%:

di cui prosciutto Parma DOP -6,%;

prosciutto San Daniele -7,3%

MACELLAZIONI

I primi dati delle macellazioni in Italia nel 2018, riguardanti il circuito Parma-San Daniele, evidenziano un aumento delle macellazioni del 3,26%. Si è passati infatti dalla macellazione di 7.153.558 suini del 2017 alla macellazione di 7.386.889 suini nel 2018, +233.331 suini. Nelle prime sette settimane del 2019 le macellazioni di suini pesanti del circuito Parma – San Daniele sono incrementate del 14,10%, +125.456 suini! (Elaborazione BMTI su dati MIPAAF).

L’aumento delle macellazioni di suini pesanti ha conseguito un incremento delle cosce poste sotto sale per la produzione di prosciutti Dop. Le cosce poste in salagione per la produzione di prosciutti Dop nel corso del 2018 risultano 12.662.474, +3,1% rispetto all’anno 2017 (Elaborazione BMTI su dati MIPAAF).

ANDAMENTO EXPORT

Nei primi undici mesi del 2018 l’Unione Europea ha esportato 3,648 milioni di tonnellate di carni suine (fresche, congelate e lavorate), contro i 3,592 milioni di tonnellate del medesimo periodo nel 2017, +1,57% (Fonte MPB France).

Il principale freno all’export arriva dalla Cina che ha ridotto il proprio import dall’Unione Europea del 3,0%, da 1,293 milioni di tonn. a 1,255 milioni di tonn. (dato primi undici mesi).

Peggio hanno fatto gli Stati Uniti, in seguito alla politica dei dazi voluta dal Presidente Trump, – 30% l’export dei primi undici mesi. La diminuzione dell’export UE verso la Cina è stato compensato dagli incrementi delle esportazioni verso altri Paesi extra-UE: Corea del Sud +25,7%, Filippine + 13,7%, Giappone +1,7% e USA +7,6%.

COMMERCIO IMBALLATO

Le macellazioni a livello europeo nel corso del 2018 dovrebbero chiudersi con un +1,0%. I dati definitivi di Eurostat non sono ancora disponibili, ma i parziali delle elaborazioni MPB-France, ci danno questa indicazione. Diversa è la situazione nazionale che per quanto riguarda il circuito Parma- San Daniele evidenzia un incremento del 3,26%. Nelle prime sette settimane 2019 le macellazioni sono incrementate del +14,10%. Il nostro sistema produttivo e della trasformazione non riesce a gestire e commercializzare in modo conveniente un incremento tale delle macellazioni e, conseguentemente, il mercato si “imballa”. Servirebbe incrementare le esportazioni e far crescere i consumi interni.

CERTIFICAZIONI VOLONTARIE

La capacità di adeguarsi alle nuove richieste del mercato. I consumi sono infatti in continua evoluzione e sarà sempre più impellente la richiesta di carni provenienti da filiere con certificazioni volontarie che rispettano la normativa sul benessere animale, che fanno un uso responsabile dei farmaci o addirittura producono “antibiotic free”.

DAZI A FAVORE

L’export verso i Paesi extra UE ha tenuto bene + 1,5% nel 2018, rispetto al 2017. A inizio 2018 le premesse erano di maggiori difficoltà; probabilmente, per questo settore la politica dei dazi degli USA ha favorito le esportazioni UE.

 

Giovanni Battista Testa