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Il presepe, metafora del mondo agricolo


In un tempo in cui le donne ospiti del nostro paese sono invitate a mantenere il burca, gli islamici a non dimenticare le loro radici pur nell’intento di far sintesi con la cultura del nostro popolo, in un tempo in cui troviamo spazi ed energie per discutere se togliere o no il Crocifisso dalle nostre aule, perché i bambini di altra religione non si debbano porre domande, in un tempo in cui l’albero di Natale, Tannenbaum, ha soppiantato nella stragrande maggioranza delle nostre case il Bambinello attorniato dall’asino ed il bue, penso sia necessario ed opportuno che almeno nel nostro mondo agricolo ci ricordiamo del vero significato del Natale.
Tutti gli elementi del presepe appartengono al nostro mondo dalla stalla, ai pastori, dalle pecore a chi generosamente ha offerto il suo fiato per riscaldare il Dio fattosi Bambino.
Non si tratta soltanto di una bella favola, ma della verità più sconvolgente che ha attraversato la Storia dell’umanità. E se da un lato non possiamo, né dobbiamo privare i nostri bambini della poesia del Natale, ancorata alla Grotta di Betlemme, dall’altra non possiamo impoverire l’uomo tecnologico di una verità che lo coinvolge in pieno, che dà risposta ai molti interrogativi che ne accompagnano l’età adulta, privarlo di quella forza che gli permette di superare innati egoismi e vivere la solidarietà come espressione alta della nostra civiltà.
Tutto questo è affidato anche alla Scuola ed alla Scuola cattolica, nonostante le polemiche generate dai tagli di bilancio o dalla destinazione delle risorse ai vari capitoli di spesa. La Scuola Salesiana di Lombriasco si fa paladina di questo messaggio in un tempo buio e di recessione anche per la fede cristiana ed invita tutti in occasione del Natale ad alzare lo sguardo verso l’alto per scorge quella stella che potrà indicare il cammino che porta alla Verità, che permette di raggiungere quella Pace annunciata a tutti gli uomini di buona volontà.

(da: “L’Imprenditore agricolo”)