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Il Piemonte vieta la caccia alla pernice bianca


La sentenza con cui il Tar del Piemonte ha condannato la Regione Piemonte sul blocco della caccia alla pernice bianca nella scorsa stagione venatoria trova le sue motivazioni nelle discrepanze tra la delibera con cui la Giunta Cota aveva varato il calendario venatorio,
nell’aprile 2014, permettendo la caccia alla pernice bianca sulla base dei censimenti da effettuare, e la delibera con cui la Giunta Chiamparino ne ha vietato la caccia lo scorso settembre.
“E’ evidente che alla base della decisione c’è una diversa sensibilità politica sulla difesa dell’ambiente – osserva l’assessore regionale all’agricoltura e alla caccia, Giorgio Ferrero – e la tutela della fauna, che è patrimonio di tutti i cittadini, non solo dei cacciatori.
La nostra scelta di tutelare la pernice bianca era originata dalla volontà di salvaguardare una specie particolarmente vulnerabile, a rischio di estinzione su tutto l’arco alpino, rischio aggravato dal maltempo della scorsa estate che ne aveva reso ancora più critiche le
condizioni di vita”.
Non a caso nel 2013 la caccia era stata autorizzata dalla Giunta Cota per soli 85 esemplari sull’intero arco alpino piemontese. Un numero così basso che da solo spiega la condizione di rischio in cui si trova la specie.
“La caccia alla pernice bianca – dice ancora Ferrero -, così come quella alla lepre variabile, altra specie di fauna tipica alpina, è vietata dal calendario venatorio da noi deliberato per la prossima stagione. La nostra volontà di tutelare questa, come altre specie a rischio, resta intatta. Siamo convinti che i cittadini comprenderanno e sosterranno questa scelta che non è contro i cacciatori, ma a tutela di un patrimonio faunistico e ambientale straordinario che appartiene a tutti noi”.