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Il Piemonte del vino (h)a credito?


Un settore che vuole crescere e che per farlo ha bisogno di risorse, dell’attenzione delle banche, ma anche di un cambio di passo, di un’imprenditoria che guardi avanti in sinergia con altri settori complementari come il turismo, la tutela del paesaggio, la sua promozione e valorizzazione, insieme alla cultura e alle tradizioni. E’ un quadro a tutto tondo sull’agricoltura di qualità piemontese e astigiana, ma con un occhio alle evoluzioni in campo nazionale ed europeo, quello che è emerso dal talk show al Castello del Poggio, la tenuta del Gruppo Zonin a Portacomaro, al centro di un vigneto a corpo unico di 160 ettari, il più grande del Piemonte.
Parterre affollato da oltre 200 imprenditori agricoli e autorità per seguire il convegno “Il Piemonte del vino (h)a credito?”, organizzato da Confagricoltura Asti e da Banca Popolare di Vicenza. Sul palco una “squadra” di relatori di livello, oltre a Gianni Zonin nelle vesti di imprenditore agricolo e presidente della Banca vicentina, c’erano Mario Guidi presidente di Confagricoltura, Alberto Cirio europarlamentare, Massimo Fiorio vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera e Giorgio Ferrero assessore regionale all’Agricoltura. A condurre il talk show Sebastiano Barisoni vicedirettore di Radio24. Si è entrati subito nel vivo con il saluto di apertura del presidente di Confagricoltura Asti Massimo Forno, che ha rimarcato la richiesta al mondo creditizio “di dare tempo e saper aiutare i piccoli ad aggregarsi e crescere come i grandi che già affrontano il mercato globale”.
E’ stato quindi Gianni Zonin a chiarire che “le agroeccellenze hanno bisogno del turismo per valorizzarsi e promuovere il territorio”. Impossibile non pensare ai nodi da sciogliere per essere competitivi in campo nazionale e internazionale: dimensioni e distribuzione sono i punti cardine dell’impresa agricola moderna. In questo senso Guidi ha chiesto agevolazioni determinanti: “Cambiale agraria e prestiti a tasso zero per l’acquisto di terreni che consentano l’accorpamento di un patrimonio fondiario troppo frammentato – ha sostenuto – sono punti di partenza per le sfide del futuro, per immaginare l’impresa agricola con gli occhi dei nostri figli”.
Massimo Fiorio ha assicurato lo snellimento del carico burocratico e dei controlli, le opportunità che l’Unione europea offre sono state indicate da Alberto Cirio, mentre Giorgio Ferrero ha evidenziato che il nuovo Psr porterà alle aziende piemontesi più di un miliardo di euro.