Sezioni


“Il Piano sui fitofarmaci penalizza l’agricoltura”


Con il 2014, si è avviata la progressiva attuazione, su tutto il territorio nazionale, del “Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”.
Già durante la fase precedente la pubblicazione, sia del Decreto che del Piano, Coldiretti ha più volte denunciato il fatto che tutto l’iter di definizione e di analisi della problematica è stato portato avanti, a livello nazionale, senza il coinvolgimento delle Organizzazioni Professionali Agricole e ciò contravvenendo il basilare principio della concertazione con le rappresentanze, condizione imprescindibile qualora si voglia pervenire a regole condivise.
Il risultato che ne è scaturito è quello di un Piano di difficile attuazione, penalizzante per la nostra agricoltura, nel quale non si è saputo tenere nella dovuta considerazione i punti di forza della nostra realtà agricola, quali per esempio il primato italiano in materia di minor livello di residui di fitofarmaci nelle derrate alimentari ed il minor numero di irregolarità registrate negli ultimi anni.
Il risultato è quello di un piano complesso, incapace di raggiungere i fini per i quali è stato pensato che rischia di creare non pochi problemi per la sua concreta attuazione e di penalizzare pesantemente la nostra realtà agricola.
Vediamo qui di seguito gli aspetti più importanti presi in esame dal PAN.

DATE DIFFERENZIATE
Anzitutto il Piano prevede sia norme di tipo cogente sia indicazioni di ordine volontario e, pur essendo a tutti gli effetti in vigore, contempla obblighi per i quali sono previste date di avvio differenziate.
Per molti degli aspetti considerati, inoltre, ancora mancano le indicazioni di dettaglio che dovranno essere definite dalle Regioni, anche attraverso la stesura di manuali e linee guida.
Va evidenziato che il PAN prevede un forte coinvolgimento delle Regioni, le quali per prime sono chiamate ad ottemperare a precisi compiti di raccolta e divulgazione di tutti i dati necessari per la concreta attuazione di uno dei cardini di tutto il Piano, ovvero per la lotta integrata resa obbligatoria per tutte le imprese agricole.

RETE DI MONITORAGGIO
In pratica, le Regioni dovranno mettere a disposizione di tutti gli operatori professionali, un’efficace rete di monitoraggio, in grado di registrare tutte le variabili che hanno rilevanza per le scelte di tipo fitoiatrico, a partire dai dati climatici, passando attraverso la verifica degli stadi fenologici delle colture, alla presenza di predatori e/o avversità, del livello di antagonisti, fino a giungere all’applicazione di modelli previsionali e rendere tutto ciò fruibile per le imprese agricole, affinché queste possano adottare idonee strategie di lotta integrata.
Risulta evidente fin da ora come, quanto oggi presente sul territorio regionale, sia inadeguato per il raggiungimento degli obiettivi posti da un piano “scritto a tavolino” con poca aderenza alla realtà e con il rischio che gli imprenditori agricoli si trovino costretti a dover rispondere di inadempienze attribuibili a responsabilità non loro.
Iniziamo a vedere nel dettaglio due dei principali aspetti considerati.

LOTTA INTEGRATA OBBLIGATORIA
Dal primo gennaio 2014 è entrato in vigore l’obbligo di adozione delle tecniche di lotta integrata per tutti gli agricoltori professionali; obiettivo perseguibile secondo quanto previsto dal Decreto ispirandosi alle seguenti indicazioni di carattere generale: adozione di tecniche agronomiche ottimali (es. scelta di cultivar resistenti, utilizzo di tecniche idonee, ricorso ad organismi utili ….); esecuzione di un costante monitoraggio delle colture ed adozione di metodi previsionale per l’esecuzione dei trattamenti necessari …. Ogni valutazione relativa alla necessità di eseguire un intervento dovrà essere svolta sulla base di soglie di intervento e si dovrà preferire, quando possibile, mezzi biologici o fisici o comunque utilizzare prodotti con caratteristiche tossicologiche e eco – tossicologiche quanto più favorevoli possibile; si dovrà far ricorso a dosi ridotte, quando possibile, e limitare il numero dei trattamenti adottando, quando necessario, strategie anti resistenza verso gli organismi nocivi.
Occorre tuttavia precisare che il PAN prevede, per così dire, due livelli di lotta integrata: uno di natura volontaria ed uno obbligatorio.
Mentre la lotta integrata volontaria troverà concreta attuazione attraverso specifiche misure del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) e prevede anche la possibilità di aderire al Sistema di Qualità Nazionale della Produzione Integrata (SQNPI), la difesa obbligatoria si traduce per le aziende nell’obbligo di dimostrare di disporre della possibilità di reperire i dati necessari ad indirizzare correttamente i trattamenti fitosanitari secondo le indicazioni generali sopra elencate.

CONTROLLI DELLE ATTREZZATURE
Entro il 26 novembre del 2016, tutte le attrezzature utilizzate per la distribuzione dei fitofarmaci dovranno essere sottoposte, con esito positivo, a controllo funzionale presso un Centro Prova autorizzato dalla Regione.
Le attrezzature acquistate dopo il 31 dicembre 2012 dovranno essere controllate entro 5 anni dalla data di acquisto.
Fino al 2020 tra un controllo e l’altro potranno intercorrere al massimo 5 anni, mentre successivamente tale periodo verrà ridotto a 3 anni.
Oltre al controllo funzionale le attrezzature dovranno essere sottoposte annualmente a taratura, la quale potrà limitarsi alla registrazione annuale da parte dell’utilizzatore della data di esecuzione della regolazione e dei volumi di irrorazione utilizzati per le principali colture (tale scheda dovrà poi essere allegata al così detto “quaderno di campagna”) oppure potrà essere volontariamente svolta presso i Centri prova autorizzati dalla Regione ed attuata tramite apposite attrezzature.
Quello appena presentato è un altro dei capitoli più critici di tutto il Piano, poiché né il Piemonte né il resto del nostro Paese dispone di una rete sufficientemente capillare, attrezzata e formata per eseguire tutti i necessari controlli funzionali e le regolazioni, con il rischio che, a fronte di un obbligo posto in capo alle imprese, manchino gli strumenti necessari per potervi assolvere.