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“Il nostro latte vale il 20 per cento in più”


Prosegue il momento di profonda crisi per il settore zootecnico da latte e da carne piemontese: dalla stalla allo scaffale il prezzo si moltiplica in modo ingiustificabile e gli allevatori, che con le loro aziende tutelano e preservano i territori e la biodiversità, non vedono giustamente remunerato il proprio lavoro.
Lo scorso 28 ottobre si è tenuto presso il Ministero dell’Agricoltura un incontro, al quale era presente il vice presidente di Coldiretti Ettore Prandini, con la filiera lattiero casearia italiana in cui le proposte dell’Organizzazione sono state condivise dal Capo di Gabinetto che ha presieduto il tavolo.
Anche a livello regionale l’assessore Ferrero ha indetto un tavolo di confronto con i vertici dell’industria lattiero-casearia piemontese al quale ha partecipato la dirigenza di Coldiretti Piemonte, guidata dalla presidente e dal direttore Delia Revelli ed Antonio De Concilio.
“Diamo atto all’assessore per aver esperito un tentativo con gli industriali del settore che, però, non ha portato a segnali di apertura. Attendiamo, quindi, i prossimi incontri in programma al Ministero per la prossima settimana – ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte -. Sarebbe stato auspicabile che dal tavolo scaturisse la volontà di recepire il lavoro del tavolo nazionale, in cui la costruzione del prezzo indicizzato ha tenuto in considerazione anche costi di produzione e trasformazione, oltre ai prezzi sul mercato. Invece abbiamo assistito ad una avversione in tal senso”.
Su quest’ultimo tema, i lavori a livello nazionale proseguiranno nell’incontro fissato per il prossimo 4 novembre.
“Non è ammissibile continuare a vedere questo forte divario tra il prezzo del latte alla stalla e quello allo scaffale – ha continuato Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte -; i costi di produzione sostenuti dai nostri allevatori rendono necessaria una remunerazione del 20 per cento più elevata rispetto a quella attuale. Inoltre, se davvero anche l’industria di trasformazione vuole valorizzare le produzioni del nostro territorio, è necessario applicare l’origine in etichetta anche al latte UHT ed alle altre produzioni lattiero-casearie. Non possiamo accettare che con risorse pubbliche si promuova prodotto in modo indistinto. In tale scenario vi sono precise responsabilità della GDO”.
Intanto Coldiretti, in riferimento al tavolo del latte ed alle gravi e distorte notizie diffuse sul consumo della carne, continua la mobilitazione permanente degli stati generali della zootecnia con gli incontri nelle aree più sensibili del territorio regionale, per monitorare gli sviluppi ed assumere le conseguenti decisioni, per aggredire efficacemente una situazione di straordinaria gravità.