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Il modello saluzzese per gli immigrati della frutta


I campus di accoglienza dei raccoglitori stranieri della frutta allestiti dalla Coldiretti a Saluzzo, Lagnasco e Verzuolo sono, ad oggi, l’unico esempio in Italia che ha visto la collaborazione attiva tra pubblico e privato per garantire l’ospitalità ai lavoratori, con l’allestimento di moduli abitativi forniti dei comfort di prima necessità, bagni, docce e locali idonei alla ristorazione.

MODELLO SALUZZESE
«Possiamo orgogliosamente parlare di “modello Saluzzese”», ha commentato il sindaco di Saluzzo, Paolo Allemano, complimentandosi con i dirigenti del sindacato agricolo alla conferenza stampa di consuntivo, il giorno dopo lo smontaggio dei campus: «E’ stata costruita una soluzione applicabile alle esigenze specifiche della nostra realtà – ha continuato il primo cittadino saluzzese -, d’ora in poi possiamo guardare agli altri modelli, come ad esempio quello del Veneto, senza alcuna soggezione, potendo vantare un successo evidente».

SETTANTAMILA EURO
L’iniziativa, realizzata con il contributo della Coldiretti, delle amministrazioni cittadine interessate, della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, della Camera di Commercio di Cuneo e, per la fornitura di coperte, della Parrocchia dello Spirito Santo di Fossano, è costata complessivamente circa 70 mila euro.
I tre campus, a partire da metà luglio fino ad inizio novembre, hanno ospitato 150 lavoratori, assunti dalle imprese agricole associate a Coldiretti per la campagna di raccolta della frutta, senza contare che il campus di Saluzzo ha anche fornito il supporto per i servizi di prima necessità a molti dei 400/600 immigrati accampati nelle capanne abusive vicino al Foro boario della città, in vana attesa di occupazione.

RISORSA PREZIOSA
«I lavoratori stranieri sono una risorsa preziosa – commentavano Michele Quaglia e Mario Dotto, presidente e segretario zonale della Coldiretti Saluzzo – hanno dimostrato grande serietà in questi mesi, nei campus non si è verificato il minimo disagio o problema. Quando si è proceduto alla verifica delle strutture, con la chiusura dei campi, tutti gli allestimenti erano in buono stato e dai cuscini, alle coperte, alle lenzuola non mancava nulla».

DUECENTO POSTI
L’esperienza ha dimostrato che il bacino di necessità di manodopera straniera per la frutta nel Saluzzese è di circa 200 persone, tenendo conto che per il resto provvedono gli italiani, studenti e disoccupati in primo luogo, tornati a lavorare nei frutteti.
«Per l’anno prossimo la strada è tracciata – osservavano Marcello Gatto e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Cuneo -, gran parte del materiale e delle strutture acquistata quest’anno potrà essere riutilizzata. Abbiamo dato una risposta occupazionale e sociale, in piena sintonia con i riferimenti etici del nostro sindacato».

LA POLEMICA SULLA PAGA
C’è stato anche chi, tra le fila degli imprenditori agricoli datori di lavoro degli immigrati, non ha rinunciato a togliersi un sassolino dalla scarpa: «Quest’estate ci hanno accusati di sfruttare gli stranieri, di sottopagarli a 5,50 euro all’ora. Vogliamo dire che sono stati rispettati i parametri della paga sindacale e che comunque non si tratta di un compenso da fame, tenendo conto che in genere si lavorava 8/9 ore al giorno. Ci sono fior di segretarie, negli uffici, che guadagnano molto meno, bisogna scriverlo».