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Il grano duro scende a 24 euro al quintale


Il prezzo del grano duro è sceso a circa 24 euro al quintale a causa del contemporaneo verificarsi, nei primi mesi della campagna commerciale 2013/2014, di un calo delle importazioni e della stagnazione della domanda interna da parte dell’industria di trasformazione. Si tratta di un prezzo che nelle principali aree di coltivazione, in particolare nel nostro Mezzogiorno, è al disotto dei costi di produzione.
Lo ha evidenziato Agrinsieme, il coordinamento politico tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nel corso di una audizione alla Commissione Agricoltura alla Camera. “Siamo di fronte – hanno spiegato i rappresentanti di Agrinsieme durante l’audizione – a tendenze al ribasso dovute all’attesa dei dati concreti della produzione canadese, principale esportatore mondiale, ma anche determinati da comportamenti speculativi per indurre vendite sotto costo”.
Agrinsieme ha, quindi, evidenziato come sia importante in questa situazione favorire la maggiore trasparenza nella conoscenza dei dati produttivi e di giacenze nazionali e internazionali, nonché nelle modalità di rilevazione dei prezzi e di formazione dei listini da parte delle Borse merci. La risposta più efficace resta tuttavia quella strutturale, che passa cioè attraverso il miglioramento dell’aggregazione del prodotto, la capacità di stoccaggio per lotti omogenei, gli standard qualitativi commerciali. Tutto deve essere finalizzato a favorire la programmazione e la contrattazione tra le organizzazioni di prodotto degli agricoltori e l’industria di trasformazione, per aree territoriali omogenee.
L’applicazione della nuova Pac in Italia, così come alcuni interventi di politica nazionale, come i contratti di filiera, dovranno aiutare a sostenere questo processo di radicale organizzazione del settore.

COMPARTO STRATEGICO
Il comparto del grano duro è strategico per il nostro sistema agroalimentare. L’Italia, nonostante una piccola diminuzione rispetto allo scorso anno, con una produzione stimata intorno a 3,7 milioni di tonnellate si conferma il primo produttore europeo ed il secondo nel mondo. Con più di un milione di tonnellate, siamo inoltre il primo paese importatore. Il grano duro, soprattutto, è la materia prima per la produzione della pasta, prodotto simbolo del “made in Italy”, base della dieta mediterranea ed emblema della nostra immagine nel mondo.