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Il decreto sul lavoro in chiave agricola


Nell’audizione che si è tenuta in Commissione Lavoro del Senato sul disegno di legge delega in materia di lavoro, presentato dal Governo, Confagricoltura ha sottolineato come i principi ispiratori del provvedimento contengano elementi positivi, anche se per una definitiva valutazione bisognerà attendere i decreti attuativi. L’occupazione nel settore agricolo sostanzialmente sta reggendo
(nel primo trimestre di quest’anno è diminuita dello 0,2%, a fronte del -1,8% nel quarto trimestre 2013), ma proprio per questo servono misure appropriate. Per quanto riguarda la delega sugli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e Aspi), Confagricoltura raccomanda che la riforma preservi gli specifici strumenti settoriali che sono calibrati sul lavoro agricolo, caratterizzato da discontinuità e stagionalità. Sul riordino delle forme contrattuali, pur condividendo l’intento di semplificare e razionalizzare le disposizioni di legge che riguardano l’occupazione, Confagricoltura ha messo in guardia sull’eccessiva riduzione delle tipologie contrattuali disponibili, giacché l’ampia gamma di strumenti contrattuali esistenti rappresenta un elemento positivo per i datori di lavoro.
Positiva anche la valutazione della norma sugli incentivi e la semplificazione degli adempimenti per le assunzioni, ma sarà importante che queste disposizioni siano applicabili anche ai rapporti di lavoro a termine che, per le particolarità del settore primario, sono quelli maggiormente utilizzati in agricoltura.
Assoluta contrarietà, invece, sulla norma che prevede l’introduzione di una retribuzione minima oraria per legge. Secondo Confagricoltura si rischia in questo modo di svuotare la contrattazione collettiva tra le parti sociali per la definizione dei livelli retributivi, un sistema che fino ad oggi ha funzionato a dovere.