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Il Decreto competitività  danneggia l’agricoltura


Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del “Decreto Competitività”, sono diventate operative le norme approvate dal Governo, che prevedevano, in un primo momento, diverse disposizioni in materia di fiscalità agricola, come l’aumento generalizzato degli estimi catastali, la revisione del regime speciale IVA e l’abrogazione dell’esonero IVA per gli agricoltori fino a 7.000 euro di volume d’affari.
Dopo un iter che ha visto impegnata la Confagricoltura impegnata a contenere e a contrastarne gli effetti, restano comunque le misure sulla revisione delle zone esenti dall’IMU e sulla modifica del regime di tassazione del reddito derivante dalla produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali.
In merito alla revisione delle zone montane e collinari esenti dall’IMU è demandata ad un apposito Decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con i ministri delle Politiche agricole ed alimentari e dell’Interno l’individuazione dei comuni dove si applica l’esenzione dall’IMU per i terreni agricoli. La revisione del criterio di esenzione, che fino ad oggi ha fatto riferimento alle aree montane e collinari, si basa sull’introduzione di un livello altimetrico dei comuni riportato nell’apposito elenco predisposto dall’ISTAT. Tale revisione troverà applicazione dal 2014 e potrà prevedere una diversificazione tra terreni posseduti da Imprenditori Agricoli Professionali e Coltivatori Diretti, iscritti alla previdenza agricola, o da altri soggetti. La nuova riclassificazione sarà valevole già dal pagamento della prima rata IMU 2014, da corrispondere entro il prossimo 16 giugno.
Per quanto riguarda invece il regime di tassazione della produzione di energia da fonti agroforestali, è stato stabilito che il reddito derivante dalla produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali (biogas, biomasse, fotovoltaico, ecc.) non è più determinabile sulla base del reddito agrario, ma con l’applicazione, all’ammontare dei corrispettivi soggetti ad IVA, del coefficiente di redditività nella misura del 25%. Anche questa misura trova applicazione dal periodo d’imposta 2014.
“La tassazione su base imponibile del 25% già a partire dal 2014 penalizza irrimediabilmente gran parte della green economy agricola pregiudicando la sopravvivenza delle iniziative in essere sul fotovoltaico, le biomasse ed il biogas – sottolinea Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -; vanifica pure le prospettive future di sviluppo di energia termica da biomasse e del biometano da parte delle imprese agricole. Non si tiene conto che si tratta di attività profondamente collegate a quelle agricole, che permettono di utilizzare sottoprodotti, residui e rifiuti, con benefici anche per l’ambiente. Serve un cambio di rotta, senza stabilità e certezze, per le aziende sarà sempre più difficile programmare investimenti nel settore delle agro-energie”.