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Il Ceta fa bene ai formaggi e all’agroalimentare italiani: “Export in sensibile aumento, l’allarme era ingiustificato”


Le stime di Assolatte dicono che quest’anno saranno esportate in Canada quasi mille tonnellate in più di formaggi italiani grazie alle quote assegnate in base al Ceta, l’accordo commerciale Ue-Canada.

Secondo le previsioni dell’associazione, in 5 anni le aziende del comparto raddoppieranno le esportazioni di formaggi verso quel Paese e raggiungeranno un fatturato di 100 milioni di euro.

Intanto, per il momento, i flussi di vendita verso il Canada sono cresciuti del 20% e l’ultimo trimestre ha fatto registrare un aumento del 40% con tassi di crescita in continuo aumento.

Il Ceta fa dunque bene, non solo ai formaggi. Secondo i dati diffusi dalla Commissione, a un anno di distanza dall’entrata in vigore in via provvisoria dell’accordo bilaterale tra Ue e Canada,  l’export agroalimentare italiano verso il Canada è cresciuto in molti comparti: dai prosciutti +20%, con il San Daniele che da solo segna +35%, alla pasta e biscotti (+24%). Nel complesso le esportazioni di prodotti agricoli italiani sul mercato canadese sono aumentate del 7,4 per cento. Risultati incoraggianti soprattutto in prospettiva, se si considera che per i prodotti agroalimentari l’Italia è già il primo Stato della Ue fornitore del mercato canadese.

Agrinsieme sottolinea come “i dati sulle esportazioni agroalimentari indicano con assoluta chiarezza che per il nostro paese i risultati sono positivi e che gli allarmismi lanciati nei mesi scorsi sono ingiustificati e azzardati, dal momento che tali previsioni sono state categoricamente smentite dalle statistiche dell’Ue”. Agrinsieme aggiunge che il Ceta “ovviamente non è privo di aspetti critici, sui quali occorre continuare a lavorare”, ricordando che “per la ratifica non ci sono tuttavia scadenze e tempistiche precise e che quindi l’applicazione provvisoria può continuare a lungo”.

 

(Fonte: Cia Piemonte)