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Il “birucin” dei margari meglio di Harry Potter


Nessuno avrebbe pensato che il libretto dei due ragazzini malgari di un tempo, Maddalena e Giovanni, avrebbe avuto in questi mesi tanto impensato successo in provincia e non solo.
Tanto da scomodare persino il noto corrispondente di Repubblica e scrittore Michele Serra, che ha voluto giungere espressamente a Saluzzo con la moglie, per un’intervista agli autori.
Il libro è stato apprezzato dalle varie associazioni contadine, provinciali e regionali, che ne hanno seguito la presentazione alle sagre agricole di Bra, Saluzzo, Villanovetta… Mentre viene atteso per altre presentazioni a Busca, a Tenda e a Casterino, dove si svolsero i fatti narrati.
SUI MONTI DELLE MERAVIGLIE. Eppure non si tratta certo di un racconto magico-fantasioso di quelli che vanno per la maggiore sulla scia anglosassone alla “Harry Potter”, ma semplicemente di una raccolta di ricordi di due ragazzi “margari” di allora; i quali salivano annualmente e sovente a piedi, con la famiglia, dal Saluzzese ai monti delle Meraviglie, nella valle di Casterino, oltre San Dalmazzo di Tenda per un totale di oltre 100 chilometri. E questo anche nel periodo burrascoso del secondo conflitto mondiale, tra le tristi sorprese che si aggiungevano alle immancabili difficoltà del viaggio, allor quando la fantasia dei ragazzi era messa a dura prova dalla cruda realtà dei fatti.
Il testo si fa leggere proprio perché tratta di esperienze narrate da chi le ha vissute sulla propria pelle, anche se il tempo ne ha in parte cancellata tutta la tragicità. Maddalena e Giovanni, come tanti altri pastori e malgari, pur dispersi sui monti incantevoli delle “Meraviglie”, s’erano trovati allora inseriti in un mondo di odio, che non avrebbero giammai voluto, ed in un ambiente di confine, calpestato da quasi tutti i protagonisti in conflitto: tedeschi, fascisti, partigiani francesi ed italiani, ebrei destinati al massacro, contrabbandieri delle due sponde…
LA BIMBA NELLA CESTA DEL BURRO. Tuttavia il libro non preme eccessivamente sull’aspetto tragico della guerra, ma scorre leggero sia quando Maddalena, di pochi mesi, compie il suo primo viaggio verso i monti, sul “Birucin”, nella cesta del burro, in compagnia delle cianfrusaglie; sia quando Giovanni, allora grandicello di 12 anni, sale orgoglioso alla baita, alla testa del suo mulo, carico di pagnotte e di munizioni per i partigiani.
Ma per rispondere ancora alla domanda iniziale, sul perché di un successo, impensato, di un “povero” libro di racconti infantili di due “magari” saluzzesi, penso che sia perché il libro è quanto mai “ricco” di umanità: ciò che in fondo la gente ancora cerca nonostante l’apparente disinteresse per i valori e la superficialità dei rapporti. Inoltre colpisce nel testo quel tocco di ammirazione per una natura selvaggia gustata dai ragazzini e bistrattata dagli adulti, intenti a farsi guerra; e non per ultimo, la grande cordialità con cui la famiglia Ghibaudo accoglie chi sale a Casterino, piccolo gesto di affetto in un mondo di odio.
TRACCE DI BONTA’. Il successo del libro in quel di Tenda-San Dalmazzo-Casterino va visto anche nella scia di questa cordialità, lasciata sul luogo della famiglia Ghibaudo nei circa cinquant’anni di transumanza (dal 1939 agli anni ’90), tanto che un tendasco in questi giorni ha detto che la famiglia Ghibaudo “ha scritto un bel pezzo di storia del comune di Tenda…”
La famiglia, tutta “margara”, era composta dalla mamma, dal papà e dai cinque figli: Stefana, Emilia Maddalena, Michele, Domenico, Giovanni (purtroppo sono rimasti solo più Maddalena e Giovanni, autori del libro).
Suggeriamo ai lettori le belle pagine di “Giacu Tribula”, “La triste fine di Manizza”, “L’addio di Maddalena alle sue montagne”…
Ma non possiamo esimerci dal segnalare un brano, finora inedito, riguardante gli ebrei, che tra l’altro intende provare il fatto del loro passaggio, oltre che per Saint-Martin Vésubie, anche nella valle di Casterino e Valmasca, e perciò alla baita dei Ghibaudo, dove Mamma Maddalena, con l’aiuto del babbo, in un giorno, preparò per loro “ben 14 pirulate” di polenta.