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Il 17 marzo a Clavesana la festa del Dolcetto


Se festa dev’essere, festa sia. Una festa a tutto tondo come il Dolcetto, il vino che più di tutti rappresenta Clavesana. Ed è Clavesana che al Dolcetto dedica una festa-evento in cui al piacere del bere bene si abbinano l’autenticità, i peccati di gola, la musica, le arti visive e la “gente di peso”, cioè i finalisti del primo concorso “DiRazza”, il premio più originale dell’anno: alla “lei” (Venus) e al “lui” (Baccus) con più personalità andrà infatti tanto vino (naturalmente Dolcetto) quanto pesano. E scusate se è poco.
L’appuntamento, aperto a tutti, è per domenica 17 marzo alla cantina di Clavesana, nel cuneese, in Frazione Madonna della Neve, 19.
Alle 9.30 si parte con le degustazioni di “DOGLIANI docg” a cura degli allievi della Scuola Alb! erghiera di Mondovì.
Alle 11.00 si inaugura la mostra “Colpe di immagini” dell’artista e fotografo Giuliano Grittini: toccò a lui fotografare nuda, tra gli altri, la grande poetessa Alda Merini (“Niente è più deleterio dell’immagine e niente è più resistente”, come lei ebbe a dire) provocante e dissacrante nella sua voluta imperfezione.
Alle 12.30 tutti a tavola: il Dolcetto “Clavesana” Dogliani docg e “DIRAZZA” Dogliani Superiore docg vanno in abbinamento ai piatti di carne di razza piemontese preparati dagli allievi della Scuola Alberghiera di Mondovì.
Per tutto il pomeriggio proseguono le degustazioni di dolcetto “DOGLIANI” accompagnate dalla musica dei “SGT Pepper”, tribute-band italiana ai Beatles.
Alle 15.00 Giuliano Grittini racconta al pubblico, con parole e immagini, le storie di una vita passata dietro l’obbiettivo a ritrarre donne, dive e poetesse.
E alle 17.00 il gran finale con l’attesissima premiazione dei due vincitori del premio “DiRazza”, quello per “chi fa razza a sé”: dopo le nominations del pubblico e la selezione dei finalisti, si alzerà finalmente il velo sui premiati. I quali saranno protagonisti di una speciale session fotografica sotto la direzione di Giuliano Grittini, per diventare non solo simboli del cambiamento, ma anche gli agenti del cambiamento – di chi fa razza a sé contro il peso dei pregiudizi, per dissiparli.