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Ictus cerebrale, meno rischi per gli agricoltori, ma…


Ictus cerebrale: gli agricoltori sono meno a rischio.
Il tema è stato trattato nel corso di un incontro promosso dalla Associazione pensionati della Cia di Modena: “Vita all’aria aperta e attività fisica sono utili per la prevenzione, a patto che si segua uno stile di vita equilibrato”.
Informa Giuseppe Bonatto, presidente di ALICe Cuneo: “Stili e abitudini di vita sono importanti per prevenire l’ictus e chi conduce una vita sana e all’aria aperta, come gli agricoltori, è un soggetto meno a rischio, a patto che si segua uno stile di vita equilibrato”.
“E’ quanto mai importante informare i cittadini sui sintomi ed i modi per prevenire questa subdola malattia – continua il presidente di ALICe Cuneo – come da 10 anni sta facendo la nostra associazione provinciale. Anche nella nostra provincia abbiamo stretti legami con le associazioni dei pensionati con le quali realizziamo incontri sul benessere degli anziani e sulle patologie più frequenti della terza età. E’ ormai assodato che l’attività fisica ha un effetto favorevole sulla prevenzione dell’ictus e maggiore è la frequenza dell’attività fisica, maggiore è l’effetto protettivo. Di conseguenza l’attività motoria non manca agli agricoltori ed è anche per questo che sono fra le persone a minor rischio. Obesità, abuso di alcool e fumo sono invece fattori che aumentano il rischio di ictus cerebrale. Purtroppo dobbiamo parallelamente rilevare che, quando ad essere colpiti dall’improvviso deficit neurologico, come la debolezza od il disturbo della sensibilità di una metà o di una parte del corpo, la difficoltà a parlare o a vedere una parte del campo visivo, in assenza di dolore delle parti interessate, sono gli agricoltori il problema per loro aumenta stanti le distanze maggiori da percorrere per raggiungere i presidi medici”.
“Infatti – conclude Bonatto – per il riconoscimento tempestivo dei sintomi dell’ictus, tale da permettere un intervento, le prime tre ore dall’insorgenza possono fare una differenza fondamentale. Entro questo lasso di tempo, infatti, è possibile utilizzare farmaci in grado di ripristinare la circolazione di sangue nei tessuti, limitando i danni cerebrali. Purtroppo le risorse per la sanità sono sempre più esigue ed i servizi alle persone nelle aree rurali (per non parlare di quelle montane) sono sempre più carenti”.