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“I nostri formaggi Dop non sono in pericolo”


L’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, il presidente di Assopiemonte Dop e Igp Evanzio Fiandino e Tommaso Visca, di Alpilat Piemonte, si sono incontrati a Collisioni per discutere dei formaggi piemontesi alla luce della presa di posizione dell’UE europea contro la legge italiana che vieta la produzione di formaggi con latte in polvere, permessa invece in altri paesi dell’Unione.
“Francamente è un problema che non tocca i nostri nove formaggi Dop”, ha spiegato l’assessore regionale Giorgio Ferrero. “Sono infatti prodotti secondo un disciplinare molto rigido che vieta l’utilizzo di latte in polvere. I formaggi Dop sono prodotti tutti con latte genuino, quasi sempre latte crudo, a garanzia della qualità del prodotto, del gusto, della trasparenza delle produzioni. La trasparenza delle etichette è la strada per garantire i consumatori e i nostri prodotti”.
I formaggi piemontesi Dop, cioè a denominazione di origine protetta, sono nove, di cui sei esclusivamente piemontesi: Bra (prod. 8.000 ql), Castelmagno (prod. 2.770 ql), Murazzano (prod. 160 ql), Raschera (prod. 8.360 ql), Robiola di Roccaverano (prod. 1.000 ql), Toma Piemontese (prod. 14.000 ql). Gli altri tre, Gorgonzola, Grana Padano e Taleggio, sono prodotti anche in altre regioni.
“I nostri formaggi Dop sono fatti come li facevano i nostri nonni, e prima i loro nonni”, ha commentato Evanzio Fiandino, “a garanzia di una tradizione che risale al 1400 e ha prodotto queste meraviglie che ancora oggi possiamo gustare.
Le nove Dop piemontesi sono prodotte con latte così come esce dalle mammelle della mucca, la polvere di latte non sanno neanche cosa sia. Anche noi siamo per una etichettatura trasparente, in modo che il consumatore sappia con quali ingredienti è prodotto il formaggio che compra e possa scegliere liberamente”.