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“I fondi per i caseifici vadano agli allevatori”


Il tavolo del latte che si è riunito giovedì 12 novembre al Ministero non ha portato a risultati apprezzabili, per cui riprendono i presidi di Confagricoltura, che saranno estesi anche ad altre industrie oltre alla Lactalis.
“Nonostante alcune timide aperture degli industriali – spiega Confagricoltura Cuneo – siamo ancora troppo lontani dal prezzo giusto per il latte italiano”.
In Lombardia gli allevatori di Confagricoltura hanno già ripreso il presidio a Corteolona, in provincia di Pavia, e la Confagricoltura di Cuneo, insieme alle altre rappresentanze del Piemonte, si unirà alla manifestazione martedì 17 novembre con partenze al mattino da Cuneo, Savigliano e Carmagnola.
“Avevamo deciso di sospendere temporaneamente ogni manifestazione perché confidavamo in una maggior presa di coscienza della crisi da parte degli industriali, ma le loro proposte sono state irricevibili – sostiene Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Lattiero Casearia di Confagricoltura Cuneo -; abbiamo così deciso di proseguire sulla strada della mobilitazione riprendendo tutte le iniziative sospese, a partire dalla partecipazione martedì prossimo al presidio lombardo di Corteolona di fronte allo stabilimento Lactalis”.
Amaro il commento del direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio: “Abbiamo interrotto le nostre proteste per sentirci proporre l’aumento di 1 centesimo al litro. È il segno tangibile di come l’industria lattiero casearia nazionale non sia disposta a valorizzare veramente il latte italiano. Stante questa situazione – dice -, chiediamo quindi alla politica regionale e nazionale di pensare a come utilizzare in modo diverso i fondi ministeriali e del Psr destinati all’industria del latte: perché non dirottarli direttamente sugli allevatori, anziché sulle aziende di trasformazione? Oltre a rappresentare una boccata di ossigeno vitale per il comparto, gli allevamenti potrebbero utilizzare questi fondi per mettere in atto interventi mirati a contenere la produzione di latte, ad esempio”.
Nell’attesa di capire come evolverà la situazione, comunque, è ripartito lo stato di agitazione e si prevede che questa volta la mobilitazione continuerà a oltranza.
“Le proposte degli industriali sono lontane dalle nostre richieste – ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi -; è importante che Lactalis abbia deciso di abbandonare il riferimento alle quotazioni della Germania, che non sono pertinenti con quelle della realtà italiana, pur in vigenza contrattuale. Tuttavia la proposta di aumento di prezzo non è ancora soddisfacente. La questione, però, non riguarda solo Lactalis, ma tutto il comparto industriale, rappresentato da Assolatte, che è rimasto fermo su condizioni di prezzo non remunerative”.