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I Consorzi irrigui piemontesi mettono in discussione il deflusso minimo vitale


Il 15 dicembre scorso, presso l’Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte, si è tenuta, con una ampia partecipazione, l’Assemblea di Anbi Piemonte, che riunisce i Consorzi irrigui piemontesi, guidata dal presidente Vittorio Viora e alla presenza di rappresentanti della Direzione Agricoltura della Regione.

La carenza idrica che ha caratterizzato la scorsa stagione estiva e caratterizza anche questi ultimi mesi il regime di fiumi e corsi d’acqua di tutto il territorio piemontese e, in particolare, i bacini idrografici posti a sud del Po è stato l’argomento più dibattuto dei lavori.

Quest’anno l’anomalia climatica in Piemonte si è protratta anche nei mesi autunnali, per i quali ARPA Piemonte ha utilizzato il termine di siccità “estrema”: il secondo mese di ottobre più caldo dal 1958 e i deflussi dei corsi d’acqua principali del bacino del Po più “scarsi” a partire dagli anni ‘30.

Come efficacemente illustrato in Assemblea dal presidente di Acque Irrigue Cuneesi Giorgio Bergesio, i Consorzi di Irrigazione del Cuneese stanno pagando il prezzo più alto della siccità, non solo in termini di perdita di raccolto per gli agricoltori consorziati, ma anche per le rilevanti sanzioni che l’Amministrazione provinciale ha imposto ai Consorzi per il mancato rilascio in alveo del deflusso minimo vitale.

Il tema del deflusso minimo vitale è al centro dell’attenzione ormai da tempo: lasciare la già scarsa acqua nei fiumi che spesso si infiltra e sparisce nel subalveo è davvero un’azione significativa per la salvaguardia degli ambienti fluviali?

I Consorzi chiedono, con forza, alla Regione che si proceda al più presto ad una revisione del concetto di Deflusso Minimo Vitale, per adeguarlo alla realtà sito-specifica di ogni corso d’acqua e renderlo più sostenibile dagli utilizzatori delle risorse idriche. Si devono meglio contemperare le esigenze di salvaguardia ambientale con quelle di tutela dell’economia agricola e degli ecosistemi rappresentati dalle reti dei canali di irrigazione, spesso pregiati quanto quelli fluviali. Tale richiesta è quanto mai opportuna in questo momento in cui nei tavoli regionali, ai quali Anbi Piemonte ha chiesto di partecipare, è in discussione la revisione del Piano di Tutela delle Acque.

Nel corso dell’Assemblea, il presidente Viora ha anche ricordato i contenuti del convegno “L’acqua in agricoltura non è uno spreco”, organizzato lo scorso 30 novembre dalla Regione Piemonte-Direzione Agricoltura e dall’Anbi Piemonte, che ha visto la partecipazione del governatore Sergio Chiamparino, dell’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero e del Direttore nazionale di Anbi Massimo Gargano.

Si è ribadito il principio che l’agricoltura non consuma e non spreca l’acqua, ma bensì, dopo averne fatto un uso razionale ed efficiente, la restituisce nei corpi idrici superficiali e sotterranei da cui era stata prelevata. Motivo in più per valutare con un approccio innovativo l’utilizzo a scopo irriguo delle acque, che consentono, fra l’altro, la produzione delle eccellenze agroalimentari, vanto dell’agricoltura piemontese.

 

(Fonte: Cia Piemonte)