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Guidi in Piemonte attacca “Il modello Petrini non va”


C’è un modello perdente di cui l’agricoltura deve liberarsi per ridare competitività al settore e redditi dignitosi a chi lavora. Serve
uno Stato che sia il primo collaboratore e non l’affossatore dell’attività imprenditoriale.
Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi è andato all’attacco venerdì scorso in Piemonte, intervenendo la mattina all’assemblea di Confagricoltura Torino e il pomeriggio al convegno di Confagricoltura Alessandria. “Nell’anno dell’Expo che avrà la nutrizione al centro dei temi – ha detto a Riva presso Chieri, dove si è riunita l’assemblea torinese – la nostra agricoltura va riprogettata mettendo al primo posto l’impresa. Basta con la strategia difensiva, dobbiamo pensare alla crescita, a meccanismi di sostegno per gli investimenti aziendali, a misure significative nell’assegnazione dei contributi, ad eliminare coltivazioni non produttive per sostituirle con altre nuove”.
Il modello sbagliato è anche quello della “qualità e basta”, dell’agricoltura vista come attività sociale: “Quello predicato da Slow Food – ha aggiunto Guidi – e dal suo presidente Petrini: un’utopia, che ha appeal mediatico ma che non esiste. In Italia tutti parlano di agricoltura, meno quelli che ci lavorano”.
Guidi ha puntato il dito su chi ha creduto che “la qualità avrebbe pagato tutto. Non è stato così – ha affermato – la qualità è un pre-requisito, ma senza un modello agricolo con minori costi non riusciremo mai a essere competitivi”.
Molta strada resta da fare anche sul made in Italy. “Nel mondo – ha detto Guidi – ci sono 500 milioni di potenziali consumatori che
vogliono i nostri prodotti, ma non facciamo niente per conquistare i mercati internazionali. E questo è uno dei motivi del fenomeno
‘italian sounding’, perché se i nostri cibi autentici non si trovano, è normale che si finisca per accontentarsi delle imitazioni”.
Un’altra causa della non competitività delle nostre imprese va ricercata nella burocrazia: “E’ dannosa e controproducente una pubblica amministrazione – ha sostenuto Guidi al convegno di Alessandria – che mostri solo il lato duro e vessatorio (incremento degli oneri fiscali e previdenziali, controlli oppressivi, procedure complicate) e non quello collaborativo che faciliti, semplifichi e si fidi delle imprese, non dimenticando che sono esse che danno occupazione e che possono alimentare ripresa e crescita dell’economia”.

(nella foto: Mario Guidi)