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Gli Ogm fanno bene o fanno male?


Una recente ricerca della Università Medica di Graz, in Austria, pubblicato dalla rivista Plos One – ne danno notizia Repubblica Salute, Huffington Post ed altri sti web – contraddice studi precedenti che hanno sempre indicato la carne rossa tra le cause di una serie di patologie, tra cui il cancro intestinale. Secondo tale ricerca i vegetariani hanno il 50 per cento di probabilità in più di sviluppare il cancro e di subire attacchi cardiaci. Essi sono anche maggiori probabilità di soffrire di allergie e di ansia e depressione.
A noi piace la carne rossa, oggetto di tanti attacchi ed in qualche caso criminalizzata. Se fossimo faziosi, potremmo usare i risultati di questa ricerca per sostenere che la scienza è contro la dieta vegetariana, invece guardiamo a questa ricerca con molta prudenza e rimaniamo in attesa di sapere cosa ne pensano le accademie scientifiche.
La scienza è una attività sociale condivisa, e conta l’opinione raggiunta dalla comunità scientifica su dati di fatto condivisi. E le comunità scientifiche parlano attraverso le loro società scientifiche. Poi ci sono sempre i soliti quattro scienziati disposti a sostenere le tesi più bislacche – ad esempio che il fumo fa bene, che i vaccini causano l’autismo, che gli alieni sono tra noi e rapiscono le persone eccetera ecc… – che sono utilizzati per far credere che la scienza sia divisa. Ciò accade ogni qual volta un tema scientifico viene politicizzato o si trova al centro di uno scontro ideologico. Come nel caso degli ogm.
E’ da tempo che si sente girare la leggenda metropolitana secondo la quale gli scienziati sono divisi sugli ogm, invece tutte le società scientifiche italiane ed internazionali, cui afferiscono gli scienziati competenti su questa materia (biotecnologi, biologi molecolari, tossicologi, genetisti agrari, alimentaristi…etc.), sostengono che gli ogm autorizzati (nella Ue i soli ogm autorizzati per la coltivazione sono il mais Mon81o e la patata Amflora, quest’ultima ritirata dal commercio) non comportano rischi per l’ambiente e non minacciano la sicurezza e la qualità degli alimenti. E’ difficile trovare un solo scienziato prestigioso che si possa dire ostile agli ogm.
Si trova invece qualche personaggio stravagante, come quel tal Gilles-Eric Séralini, autore di uno studio sulla tossicità del mais ogm, immediatamente strumentalizzato dagli attivisti anti ogm. La ricerca si rivelò poi una solenne bufala e fu ritirata dalla rivista Food and Chemical Toxicology che l’aveva pubblicata nel novembre del 2012. Uno studio si cancella dagli archivi se è frutto di errori madornali, di plagio o di mancanze etiche.
La pessima immagine pubblica che evocano gli ogm è molto legata al modo di fare comunicazione. Poco efficace quello dei ricercatori seri, che tendono ad usare nella comunicazione lo stesso rigore metodologico che seguono nel fare ricerca. E quindi di fronte alla domanda: “Gli ogm fanno bene o fanno male?”, i ricercatori seri iniziano a fare dei distinguo e delle precisazioni, ma a quel punto la comunicazione è già persa. Molto efficace invece quella degli attivisti che rispondono senza esitazioni: “Fanno male” ed il timore arriva immediatamente alla gente.

(Fonte: Cia Piemonte)