Sezioni


Gli allevatori a Torino chiedono misure d’emergenza


La riduzione del prezzo alla stalla è divenuta insostenibile. Il latte oggi viene pagato meno di 20 anni fa. Il settore è sprofondato in una crisi profonda.
Centinaia di allevatori esasperati hanno partecipato all’incontro, promosso dalla Regione giovedì 22 ottobre presso la sala della Galleria di arte moderna a Torino, per fare il punto della situazione con l’assessore regionale Giorgio Ferrero e chiedere misure di emergenza.
La crisi sta minacciando la sopravvivenza stessa delle aziende agricole e la tenuta del sistema. Quello del latte é un settore di punta nel nostro Paese: ogni anno vengono prodotti 11 milioni di tonnellate di latte da 1.862.000 vacche, il cui valore è di 4,8 miliardi e il 50% della produzione è destinata all’ottenimento di formaggi a denominazione d’origine protetta.
Nel settore sono occupate circa 200 mila persone. I produttori sono profondamente insoddisfatti dei provvedimenti fin qui presi dalla Ue e dal nostro Governo. La Commissione europea ha deciso il mese scorso di stanziare circa 500 milioni di euro per azioni a sostegno del settore. Per l’Italia, l’intervento prevede risorse per circa 28 milioni. Briciole in confronto alla dimensione ed alla gravità della crisi.
E’ impossibile proteggersi dalle tempeste con dei semplici parapioggia. Intollerabile inoltre che l’Ue utilizzi le risorse che saranno incamerate con le multe per le quote latte per finanziare il pacchetto di aiuti da 500 milioni, invece che utilizzare risorse proprie e restituire i soldi delle multe agli allevatori, che ne hanno un disperato bisogno per superare la crisi, come avevano chiesto gli agricoltori di Copa e Cogeca.
I produttori sono anche in attesa che il Governo concretizzi i tanti buoni propositi dichiarati, inclusi gli interventi previsti dal Piano latte 2015/2017. Se il Governo ha iniziative in cantiere rassicuri gli allevatori ed attui gli interventi nel più breve tempo possibile. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che le crisi, quando sono cosi profonde, per essere gestite, necessitano di provvedimenti nuovi e più incisivi. Si deve colpire alla radice il problema adottando misure strutturali in risposta a turbative generali del mercato.
Ad esempio, come ha proposto Paolo De Castro, introducendo dei meccanismi di compensazione, come fondi mutualistici od assicurazioni, da far scattare quando i prezzi sono troppo bassi. La crisi del latte richiede anche un atteggiamento responsabile da parte di tutti gli attori della filiera, perché, se la produzione entra in crisi, tutto il comparto lattiero-caseario prima o poi ne pagherà le conseguenze. Invece la grande distribuzione e l’industria di trasformazione stanno approfittando in modo miope della situazione per speculare sul prezzo del latte alla stalla.
“La situazione è drammatica – afferma il presidente regionale Lodovico Actis Perinetto – e tutti devono fare la loro parte, compresa la Regione che deve mettere insieme tutte le risorse disponibili, comprese quelle previste dal nuovo PSR, per costruire un progetto regionale per la valorizzazione del latte piemontese e della intera filiera del latte, al fine di far emergere la qualità, sanità e tipicità del latte e dei prodotti lattiero-caseari piemontesi e l’unicità del territorio di cui sono espressione”.
“Occorre anche ricostruire i rapporti di filiera – aggiunge Actis Perinetto -. Troppo spesso le posizioni dell’industria di trasformazione e della grande distribuzione sono scarsamente rispettose delle legittime richieste del mondo produttivo. È necessario che il mondo dell’industria e della grande distribuzione si dimostri, nei fatti, disponibile a colloquiare con franchezza e trasparenza con il mondo agricolo”.