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Frutta e uva, occhio alla manodopera sfruttata


Confagricoltura Piemonte condanna ogni forma di lavoro nero e di sfruttamento della manodopera. I recenti casi saliti alla ribalta della cronaca e riferiti al rischio di capolarato nel comparto frutticolo nel Saluzzese e in quello viticolo nelle Langhe meritano di essere approfonditi per tutelare i diritti dei lavoratori e gli interessi degli imprenditori, delineando i giusti contorni del fenomeno e senza generalizzare.
Per quanto riguarda il caso segnalato da alcuni produttori delle Langhe circa lo sfruttamento di manodopera straniera da parte di una cooperativa gestita anch’essa da stranieri, Confagricoltura Piemonte rileva come l’attività delle cooperative che impiegano manodopera nelle operazioni viticole rappresenti poco più del 5% dell’intero lavoro agricolo: ”Se nell’ambito di questa percentuale – sottolinea – esistono casi di sfruttamento, occorre denunciarli, isolarli e punirli”.
Parimenti, Confagricoltura Piemonte respinge le affermazioni della Flai-Cgil cuneese, secondo cui il comparto frutticolo del Saluzzese presenterebbe gravi irregolarità per quanto riguarda il lavoro stagionale: “Si tratta di accuse – evidenzia – non supportate da dati o segnalazioni di casi concreti. Se esistono irregolarità vanno denunciate in modo chiaro e trasparente, evitando di screditare un settore che, nonostante le difficoltà, cerca di resistere alla crisi e continua a produrre nel rispetto della legalità”.
Confagricoltura Piemonte, ribadendo comunque la ferma condanna del lavoro nero, fittizio e del capolarato, segnala come il settore agricolo sia soggetto a puntuali verifiche da parte degli organi di vigilanza: per il solo 2015 il Ministero del Lavoro ha annunciato oltre novemila controlli.