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Franco Biraghi: “Bisogna lavorare di più, anche gli industriali vadano meno al mare e non si diano alla bella vita”


«Sono ottimista sul futuro del latte, ma bisogna lavorare di più, vale anche per gli industriali, vadano meno al mare e facciano investimenti, anziché darsi alla bella vita».

Le parole conclusive dell’intervento di Franco Biraghi, patron dell’industria casearia Valgrana Spa, agli stati generali del latte convocati da Confagricoltura venerdi 8 marzo a Carmagnola, hanno suscitato qualche ironia, ma anche posto l’accento sulla necessità di farsi carico ognuno delle proprie responsabilità.

«Si può dividere solo quello che si produce – ha osservato Biraghi alludendo ai meccanismi di mercato -, in Italia da sempre il latte costa di più, perché si producono formaggi di qualità».

Per Biraghi è molto importante prestare attenzione al sistema della raccolta: «Da anni possiamo fare a meno del lisozima, perché conosciamo i nostri fornitori. Avere ogni volta una miscela diversa di latte, significherebbe avere più scarti. La filiera è una garanzia».

E’ sbagliato, secondo l’industriale della Valgrana Spa, correre dietro alle quotazioni del latte spot, “perché vorrebbe dire non curarsi della qualità”: «Andare verso una qualità nordeuropea non conviene ai produttori, perché anche il prezzo si uniformerebbe a quello nordeuropeo».

Al contrario, “nel latte bisognerebbe prestare maggiore attenzione alle proteine, anziché al grasso. E poi è necessario agire tutti insieme per proteggere la filiera dai danni causati dai nuovi regimi alimentari, che non tengono conto delle proprietà salutari del latte».

Un concetto ripreso sul fronte degli industriali anche da Gabriella Bollino di Inalpi Spa, secondo la quale “l’obiettivo comune della filiera del latte è creare valore per raggiungere la sostenibilità economica”: «Il Piemonte – ha sottolineato Bollino – è una nicchia di qualità e il latte può seguire l’esempio del vino, distinguendosi sul mercato in base alla proprie specifiche caratteristiche. Parallelamente è determinante lavorare sulla formazione del consumatore».

Per Claudio Testa (Biraghi Spa), “il benessere animale, la qualità e la sostenibilità devono essere al centro della comunicazione verso il consumatore”: «La legge sull’etichettatura – rilevava Testa – è un passo avanti, ma le scritte sulle etichette sono ancora troppo piccole e quasi nessuno si mette gli occhiali per vedere da dove arrivano i prodotti. L’industria deve stare attenta all’orientamento dei consumatori, i giovani sono bombardati dalla pubblicità e si stanno spostando verso le proteine vegetali».

Analoghe le considerazioni di Riccardo Pozzoli (Centrale del latte d’Italia), mentre Marco Ottolini (AOP latte Italia), metteva in evidenza la necessità di aggregare l’offerta attraverso il sistema cooperativo.