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Fragole, problemi di radicazione e collasso


Il presidente di zona della Cia di Cuneo, Marco Bellone ed il responsabile organizzativo Paolo Ambrogio, hanno incontrato in questi giorni Cristiano Carli e Roberto Giordano, responsabili per la ricerca in Orticoltura del CReSO.
Vero che in Piemonte, in questi ultimi 10 anni, – è emerso nell’incontro – si è evidenziata una costante flessione degli investimenti produttivi a fragola a causa sia di un incremento significativo dei costi di produzione (in particolare della manodopera), sia di una forte concorrenza esercitata sui mercati da produzioni più o meno contemporanee provenienti da altre aree d’Italia e d’Europa che hanno determinato ripercussioni negative sui prezzi di vendita, ma è altrettanto vero che i più recenti studi statistici sulle superfici investite a fragola nella nostra Regione registrano un pur leggero incremento: siamo ora nell’ordine di 139 ettari, qualcuno in più dell’anno precedente… lontano, comunque, dai 390 ettari del 1999.
Per quanto riguarda le tipologie circa l’80% della superficie è coltivato con varietà unifere anche se il settore delle rifiorenti è in continua ascesa così come la tecnica del fuori suolo che ha raggiunto il 27%. Nell’ambito delle unifere predominano le cultivar a maturazione precoce e medio-precoce che da sole coprono il 56% delle superfici; da un aumento di interesse anche per varietà medio-tardive. Le varietà più diffuse sono: Alba (24%), Asia (15%), Clery (11%), Roxana ( 10%), Arosa ( 7%).
“Diamo atto con soddisfazione – ha evidenziato il presidente zonale della Cia di Cuneo, Marco Bellone – del ruolo fondamentale che, per i fragolicoltori piemontesi, ricopre il CReSO, impegnato, con i suoi tecnici del centro di sperimentazione di Boves, in continue azioni sperimentali di diffusione di nuove accessioni varietali caratterizzate da epoche di maturazione differenziate in grado di diversificare i periodi di raccolta, quindi di ampliare sensibilmente i calendari della produzione fragolicola piemontese al fine di ridare maggior competitività al comparto e cercare di rilanciare il settore”.
“Un ruolo tecnico specialistico, quello del CReSO – integra Paolo Ambrogio – che è prezioso punto di riferimento per i fragolicoltori stanti le numerose avversità che colpiscono sempre di più le piantine e ne compromettono la produttività. L’opera dei tecnici CReSO è fornita a tutti con indispensabili consigli per la salvaguardia della redditività della coltura e senza far ricorso a troppe applicazioni di prodotti chimici”.
“In questo ultimo anno – rileva ancora Marco Bellone – oltre alla diffusione delle tradizionali malattie della fragola ed al contenimento, almeno fino ad oggi, del temibile moscerino drosophila suzukii, assistiamo, purtroppo, ad una nuova problematica: la difficoltà di radicazione e di attecchimento di diverse partite di piantine. Molti fragolicoltori lamentano, infatti, che le piantine acquistate in vivai, messe a dimora la scorsa estate, dopo un normale sviluppo della vegetazione nel periodo autunnale, hanno manifestato, in questa primavera sintomi di avvizzimento a cui ha fatto seguito un loro collasso più o meno rapido. Diventa, quindi, urgente individuare i fattori causa di questa problematica, dalle relative nuove pratiche agronomiche preventive a seguito del divieto d’impiego del bromuro di metile e di altri principi attivi di sintesi ad azione fungicida, considerato che quest’anno queste fallanze sono state riscontrate in misura notevole da molti agricoltori con conseguenti pesanti ripercussioni economiche sul non già esaltante reddito aziendale”.