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Fondi strutturali europei linee guida per il Piemonte


Si è tenuto ieri, 19 novembre, a Torino il convegno “I Fondi strutturali 2014-2020. Le regole generali e le linee guida per la programmazione in Piemonte”.
Presso il centro incontri in corso Stati Uniti si sono dati appuntamento gli assessori regionali Claudio Sacchetto, Massimo Giordano, Claudia Porchietto, Roberto Ravello e Giovanna Quaglia, le rappresentanze della Comunità Europea e di Ires Piemonte.
Nel corso del convegno è stato tracciato un quadro dell’attuale contesto socio-economico piemontese, individuandone debolezze e potenziali elementi di forza, tracciando in seguito i possibili percorsi da intraprendere per impiegare costruttivamente – e strategicamente – i fondi strutturali messi a disposizione dall’Ue.
Intervenendo al dibattito l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto ha descritto le prospettive del comparto rurale nell’affrontare il nuovo periodo di programmazione, data la ormai prossima scadenza del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. Una progettazione che dovrà inevitabilmente tenere in considerazione le sfide che il settore agricolo si pone per il futuro, senza però dimenticare da un lato l’esperienza maturata – e le criticità riscontrate – nel corso dell’applicazione di quest’ultimo Psr e, dall’altra, una situazione economica attuale contraddistinta da debolezza.
“E’ responsabilità delle Regioni, declinando le direttive comunitarie alle esigenze dei territori – osserva Sacchetto -, impostare l’impiego dei fondi strutturali messi a disposizione da parte europea. Sappiamo che per il nuovo Psr sarà fondamentale concentrare le risorse su misure specifiche. Inoltre, sulla base dell’esperienza maturata, sarà strategico semplificare lo strumento del Psr, limitando i tempi e le procedure. Abbiamo in mente priorità importanti alle quali sarà dedicata particolare attenzione nel momento della programmazione: tra le altre, innovazione delle aziende, strutturazione delle imprese, sistemi assicurativi, coinvolgimento delle aree agricole marginali. Dalla bontà del lavoro portato a termine dipenderà l’efficienza del comparto agricolo futuro”.