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Fauna selvatica, è ora di cambiare gestione


“Se siamo qui a parlare di gestione della fauna selvatica è perché l’attuale sistema ha fallito. La nostra associazione sta lavorando da tempo sull’argomento incontrando tutte le parti interessate per elaborare proposte che portino ad un miglioramento della situazione, come già fatto con il documento presentato lo scorso maggio all’assessore Claudio Sacchetto. Sta poi alla politica valutare quanto avanzato e darci gli strumenti per metterlo in atto. A breve daremo il via ad alcune sperimentazioni nelle nostre aziende per testare sistemi alternativi di gestione della fauna”, così il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, ha dichiarato al convegno “Lupi, cinghiali, caprioli…e agricoltura. Una difficile convivenza” che si è svolto venerdì 28 febbraio, presso il Centro Incontri della Provincia di Cuneo, alla presenza di oltre 150 agricoltori, sindaci, rappresentanti della Guardia Forestale, delle istituzioni e delle associazioni venatorie e ambientaliste.
Il direttore ha sottolineato, inoltre, come per gli agricoltori i problemi siano sempre più seri: “Agli imprenditori non interessano tanto i risarcimenti quanto i danni subiti dalle colture, che non saranno mai compensati abbastanza dagli indennizzi, in quanto si ripercuotono sul prodotto finale. Oltre a parificare la presenza dei rappresentanti agricoli negli Atc e nei Ca e a semplificare l’impianto normativo che regola il sistema, occorre iniziare a valutare una gestione diversa del prelievo sul territorio; la caccia non va aperta e chiusa, ma solamente ‘accostata’, almeno per quelle specie che sono cresciute a dismisura provocando danni e tensioni”.
L’incontro è stato aperto dal presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino, che nel salutare i benvenuti ha rimarcato lo spirito dell’incontro: “Abbiamo voluto allargare il confronto sul tema, da tempo già aperto all’interno della nostra associazione, invitando rappresentanti da altri territori per capire come problemi analoghi vengono gestiti altrove (Toscana, Svizzera e Francia)”.
Al convegno, moderato da Pier Giuseppe Meneguz (Università degli Studi di Torino), sono intervenuti Vito Mazzarone (Provincia di Pisa) e Francesco Sorbetti Guerri (Università degli Studi di Firenze) che hanno presentato un resoconto sulla gestione della fauna selvatica in Toscana e le esperienze con dissuasori ottico acustici, recinzioni elettrificate e repellenti chimici. A Marco Viglezio (Federazione Cacciatori Ticinesi) è toccato il compito di illustrare le caratteristiche faunistiche venatorie svizzere e l’entità dei danni provocati all’agricoltura nei cantoni Ticino, Vallese, Grigioni e Ginevra; mentre per avere un’idea di quanto avviene nella vicina Francia è stato passato in rassegna il lavoro di Nicolas Jean (Federation des Chasseur des Hautes Alpes).
L’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, anch’egli presente all’incontro, ha sottolineato come “sovente l’argomento della convivenza tra fauna e agricoltura sia inflazionato negativamente tra l’opinione pubblica a causa della disinformazione. La verità è che la legge 157/92 che regola la gestione della fauna in Italia è ormai obsoleta e andrebbe rivista secondo le esigenze attuali sull’argomento”. Paolo Balocco, dirigente del settore Politiche agricole della Provincia di Cuneo, ha invece dichiarato: “La fauna può essere una risorsa economica e ambientale, ma se sovradimensionata crea serie criticità, per cui occorre rientrare entro certi limiti. Tra i punti critici: l’assenza di una gestione organica a unitaria di fauna e caccia per la presenza di molti soggetti competenti, la mancanza di un piano faunistico regionale e, allo stesso modo, di una legge regionale sulla caccia”.