Sezioni


Fattorie TObia, a ognuno il suo latte, dalla protesta alla proposta commerciale autogestita dagli allevatori


In questi giorni si vedono molti litri di latte gettati a terra dai pastori sardi che protestano sul prezzo della loro materia prima, scene che riportano al 1° aprile 2016 quando a Saluzzo l’allevatore Carlo Godino buttò 4000 litri di latte nel letame per non doverlo vendere a 18 centesimi (prezzo che non copriva nemmeno il 50% del costo di produzione).

Un gruppo di allevatori piemontesi, insieme al mangimista Paolo Druetta, denunciarono il problema del prezzo del latte troppo basso rispetto ai costi di produzione e che stavano portando alla fame tante aziende produttrici.

Il 1°aprile 2016 fu infatti scritta la più triste e vergognosa pagina della storia per il latte piemontese. Il “non dialogo” tra industria ed allevatori portò però ad un nuovo inizio: Noisiamovoi Piemonte, Piemunto e Fattorie TObia. Tre splendidi ambasciatori del dialogo.

Quel 1°aprile fu un giorno triste per i produttori perché non solo Carlo buttò il suo latte, ma si evidenziò lo strapotere dell’industria piemontese che imponeva cose assurde ai produttori e che portò molte aziende ad un mancato reddito. Le più forti attinsero da capitali privati, altre dalle banche, putroppo molte dovettero chiudere.

Il giorno della disfatta però fu stimolo di unione, aggregazione e condivisione forti a tal punto da condurre gli allevatori, e persone che lavoravano nell’indotto, a costituirsi in una associazione no profit chiamata “Noisiamovoi Piemonte”, e l’assessorato regionale a creare il brand Piemunto che servì ai consumatori ad identificare meglio i prodotti realizzati con latte Piemontese.

L’evoluzione di quei giorni e di questi anni, portò così gli allevatori a parlarsi, a condividere e a sviluppare sempre di più dialogo a 360 gradi: attraverso l’associazione la base parlava ai sindacati, alla regione, ai caseifici e anche al consumatore.

Già! proprio il consumatore aiutò a capire che ci si era allontanati da esso e che, nel processo di produzione, trasformazione e vendita, nessuno pensava a chi acquistava il latte.

Al consumatore piace vedere dove nasce il proprio latte, ed è proprio da questa emozione che Noisiamovo capisce l’importanza di far dialogare il consumatore con il produttore… dialogo sempre lasciato in mano ad altri.

A maggio 2018 si fa una prima prova nell’accorciare la filiera portando i consumatori a conoscere i produttori attraverso del latte Uht chiamato TObia. Si prelevò dalle cascine di 2 aziende la preziosa materia prima, tenendola separata, e portandola quindi a trasformare. Da quella prova ci si rese conto di una verità che nessuno ricordava più, o ignorava: ad ogni azienda corrisponde il proprio latte, con un sapore ben distinto. L’industria ci ha abituato infatti, per logistica, ad uniformare ed omogenizzare il latte raccolto nelle cisterne, facendo smarrire l’unicità di ogni latte prodotto dalle singole aziende.

Ecco quindi da dove nasce lo slogan “Scegliendo TObia sai da dove arriva il latte che bevi a km 0”.

Alle due aziende di Torino se ne sono aggiunte altre due della provincia di Cuneo e da quel momento si comprende che TObia non è solo un latte, ma può diventare una possibilità per tutti i produttori. Nasce così Fattorie TObia la prima piattaforma che offre la possibilità ad ogni allevatore di trasformare il proprio latte (tenendolo sempre separato nel viaggio e nello stabilimento) e di venderlo direttamente al consumatore.

Il latte TObia, per ogni singola azienda, viene sottoposto semplicemente alla lavorazione UHT, Ultra High Temperature, il sistema di sterilizzazione che prevede il riscaldamento del latte a 135 gradi per non meno di un secondo. Il latte UHT organoletticamente è molto simile a quello fresco ma ha il vantaggio di poter essere conservato più a lungo. Il sistema garantisce l’assenza di microrganismi nocivi in attività per tutto il periodo indicato sulla confezione e permette di non utilizzare conservanti.

Il latte TObia è diventato realtà nella società agricola La Primula dei Fratelli Rovei di Pianezza (TO), della azienda Coletto Michele di Piossasco (TO), della azienda Macchiorlatti Vignat Domenico ed Ines di Racconigi e presto lo sarà della azienda Agricola Panero Fabrizio di Fossano.

Chi aderirà alla piattaforma TObia potrà vendere il proprio latte convenzionale, biologico, no ogm o latte fieno, ma dovrà seguire un rigido disciplinare che porterà a migliorare sempre di più il benessere animale. L’alimentazione dovrà essere seguita e certificata da agronomi, garantendo quel forte legame al territorio piemontese.

Sabato 16 febbraio il supermercato il Mio Gigante a Racconigi inserirà i pacchetti di latte TObia insieme ai prodotti dedicati al progetto Piemunto, che è il marchio lanciato nel 2016 dall’assessorato regionale dell’agricoltura. Il marchio Piemunto contraddistingue il latte piemontese e i suoi derivati, realizzati esclusivamente con latte proveniente da allevamenti piemontesi e per questo garanzia di tracciabilità per i consumatori.

 

(Nella foto: la protesta dell’allevatore Carlo Godino che nel 2016 gettò 4000 litri di latte nel letame)