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Fagiolo rampicante: fascetta quantitativi e prezzi


Da luglio di quest’anno le cassette di fagiolo rampicante “Igp Cuneo”, commercializzate sul mercato di Boves, sono arricchite da una fascetta colorata riportante notizie sia sul territorio di produzione sia sulle qualità salutari e nutrizionali del fagiolo cuneese.
Con Marco Bellone, presidente zonale della Cia di Cuneo, facciamo una puntata alla struttura di commercializzazione gestita dal Consorzio Produttori Agricoli Bovesani per ascoltare direttamente dai produttori notizie sull’andamento del mercato (quantità e prezzo dei fagioli) e commenti sulla “fascetta”.
Marco è uno strenuo difensore dell’utilizzo di questa nuova tipologia di etichettatura sulla confezione: “Noi produttori di questo ortaggio di eccellenza del territorio cuneese – informa – ci siamo conquistati nel tempo uno spazio importante nell’ambito nazionale delle leguminose di qualità, come ci viene riconosciuto da tutti i nostri acquirenti sparsi in tutta Italia ed all’estero. Nel recente passato abbiamo realizzato un bel marchio che rappresenta la chiave di volta per un prodotto che possiede un’elevata qualità, costruita in tanti anni di coltivazione sviluppando una tipicità vanto del nostro territorio. Come tutti i prodotti agricoli, però, anche il fagiolo si trova ad affrontare sempre di più nuove sfide, anche difficili, perché i mercati sono cambiati e richiedono, oltre alla qualità, anche altri elementi, come l’immagine, la capacità di fare comunicazione, di saper costruire un nuovo rapporto con il cliente consumatore. Bene, la fascetta si inserisce in questo percorso ed intende far percepire in modo nuovo il nostro prodotto, tenendo conto della domanda di valori territoriali e di cultura salutistica espressa dai consumatori”. Notiamo che non tutte le cassette che giungono al mercato sono dotate di questa fascetta: “E’ una grave negligenza del produttore – osserva severamente Marco – che io ho biasimato fin dal primo caso perché sta a significare che non si guarda con fiducia a questa innovazione, che non è una semplice formalità estetica bensì un nuovo modo di fare comunicazione e di promozione per stare al passo dei tempi col mercato. Aggiungi poi che alcuni produttori non conferiscono sempre il prodotto sul mercato ed effettuano la vendita al mediatore in azienda indebolendo con ciò il potere negoziale dell’agricoltore e riducendo le chances per conseguire un prezzo più remunerativo. La domanda di “fagiolo Cuneo” proviene non solo dall’Italia (notevole dal centro e sud del nostro Paese) ma è in crescita dalla Francia, dalla Svizzera e dall’Inghilterra per cui si creano le condizioni, per il produttore, di ottenere un reddito maggiore. Ma è indispensabile essere uniti e rispettare le decisioni della maggioranza”.
Ci ha raggiunti nel frattempo Pietro Marchisio, presidente del Consorzio del fagiolo Cuneo e direttore del Mercato bovesano e gli facciamo notare questa inosservanza, pur limitata a pochi casi.
“Nella prossima assemblea del mercato – dichiara – porrò in discussione questo argomento, convinto come sono che la fascetta deve divenire un obbligo per tutti coloro che conferiscono il prodotto a Boves sia per rispettare il deliberato di luglio al fine di assicurare una nuova riconoscibilità e visibilità della nostra produzione tipica e sia, mi auspico, per contribuire ad accrescere il potere contrattuale dei produttori con possibile aumento nel prezzo realizzato”. Interpello sull’argomento “fascetta” alcuni mediatori intenti ad acquistare le varie partite dagli agricoltori. Unanimamente riconoscono che si tratta di una bella etichetta ma che, a distanza di così breve tempo, non risultano ancora molti i riscontri sulla validità dell’operazione di immagine anche in conseguenza di una contenuta produzione causata delle elevate temperature estive che hanno provocato la cascola di molti fiori ed un’insufficiente colorazione del baccello.
Di diverso avviso il presidente del Consorzio: “Sono reduce dalla presentazione del nostro fagiolo ad Expo – informa Marchisio – ed ho ricevuto da grossisti di Milano, Verona, Roma lusinghieri apprezzamenti in particolare per l’idea di una fascetta che rende consapevole l’acquirente delle caratteristiche del territorio di coltivazione e delle qualità intrinseche del prodotto. Sono soddisfatto perché questi favorevoli giudizi confermano che questo modo di promozione, che andrà, comunque, accompagnato da altri, riesce a catalizzare l’attenzione degli stessi operatori economici”.
Ad un mese e mezzo dalla chiusura del mercato 2015, si iniziano a tirare le somme riguardo i quantitativi di produzione ed i prezzi realizzati dagli agricoltori. Pietro, Marco ed Irma, la segretaria del mercato, rilevano che, per i motivi climatici della primavera-estate, la produzione sarà molto inferiore a quella del 2014.
“Se si realizzavano 30 quintali a giornata piemontese – informano – quest’anno se ne produrrà poco più della metà per cui, in una proiezione a fine ottobre, dai 22.600 quintali pari a 310.000 cassette dell’anno scorso, si supereranno, quest’anno, non di molto le 200.000 cassette. A compensare la riduzione dei volumi fortunatamente intervengono i buoni prezzi: se il mercato é stato un po’ statico e poco remunerativo nella fase iniziale (luglio), ad agosto la quotazione del prodotto è stata migliore ed i risultati economici, ad oggi, si possono definire soddisfacenti. Si auspica che il trend positivo prosegua sino al termine della campagna (ottobre)”.

Gianfranco Falco