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E’ polemica sull’abolizione dell'”articolo 18″ della nuova legge sul biologico, ora il dibattito passa al Senato


Il testo di legge sul biologico licenziato dalla Camera non contiene più l’articolo 18, che rimarcava il divieto assoluto di utilizzo di ogm ed affermava che non poteva essere commercializzato come biologico il prodotto contaminato anche accidentalmente da ogm.

Nei prodotti bio italiani (se il Senato non modificherà il testo della legge) sarà quindi ammessa una contaminazione accidentale da ogm sino al 0,9% (come per i prodotti convenzionali).

Il testo licenziato dalla Camera rispecchia su questo punto il quadro normativo europeo (che però concede agli Stati membri di approvare norme più restrittive). L’Ue ha abbandonato l’idea di una soglia di contaminazione di pura rivelabilità tecnico-strumentale (lo 0,1%) a favore dello 0,9%, motivandola con il fatto che i costi per i controlli sarebbero stati molto elevati (in realtà per le pressioni dei Paesi del Nord), ma alcune nostre associazioni del biologico ritengono che ammettere la soglia dello 0,9% sia un fatto gravissimo, che inficia anche ciò che di positivo c’è nella proposta di legge.

In questo scenario però è opportuno tranquillizzare i consumatori. Allo stato attuale delle cose, e sarà così anche nel medio termine, il rischio di contaminazione è circoscritto a soia e mais, e al limite a colza e cotone. Le filiere a rischio infatti sono poche e hanno una prevalenza mangimistica. Inoltre la contaminazione rimane un fenomeno del tutto accidentale.

I sondaggi dicono che i cittadini europei vogliono un biologico completamente libero da ogni contaminazione, ma può essere il biologico stesso a dotarsi delle armi necessarie a realizzare questo obiettivo.

 

(Fonte: Cia Piemonte)