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Documentazione antimafia per domande Pac e Psr superiori ai 5 mila euro, poco tempo per scongiurarla


Il 2018 è stato caratterizzato da un acceso dibattito in merito alla documentazione antimafia che le aziende agricole sono tenute a fornire per poter accedere ai contributi pubblici, in particolare PAC e PSR.

Infatti, è stato l’anno in cui si è passati, in linea generale e senza scendere nello specifico delle singole casistiche, dal dover fornire documentazione antimafia per domande PAC e PSR di contributo superiori ai 150.000 euro a doverla fornire per domande di contributo superiori ai 25.000 euro, oltre che nelle ipotesi di concessione di terreni agricoli e zootecnici demaniali.

Questo ha creato, fin da quest’anno, considerevoli problematiche da risolvere, in quanto la platea di aziende interessate dall’obbligo di produrre documentazione antimafia è aumentata notevolmente.

Inoltre, occorre considerare che, alla luce dell’attuale normativa vigente, il 2018 è stato impostato come anno transitorio, per approdare ad un regime ancora più rigoroso, che prevede l’obbligo di produrre la documentazione antimafia per domande PAC e PSR di contributo superiori ai 5.000 euro, rendendo, così, ulteriormente più folta la schiera di aziende agricole coinvolte.

Nuovi sviluppi potrebbero manifestarsi in futuro, ad esempio in sede di discussione del Decreto Milleproroghe, in quanto, da un lato, in molti auspicano uno snellimento delle procedure od un ulteriore rinvio dell’abbassamento a 5.000 euro di contributo del limite per la produzione della documentazione antimafia. Portare il limite da 25.000 euro a 5.000 euro per la richiesta della documentazione antimafia potrebbe significare includere nell’ambito di applicazione svariate decine di migliaia di aziende agricole, numeri di una certa entità che si trascinerebbero dietro una mole di lavoro considerevole.

Si attendono, dunque, eventuali novità entro la fine dell’anno, poiché il 2019 è, ormai, alle porte.

 

Angelo Pasero, Agrieuro (Savigliano)