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Diritti di impianto vigneti cosa succede in Europa


Il mandato negoziale del Parlamento europeo sui quattro testi di riforma della PAC, approvato a marzo 2013, si basa sulla posizione espressa dalla commissione agricoltura a fine gennaio. Per quanto riguarda la questione dei diritti di impianto dei vigneti, i tempi non avevano consentito al Parlamento europeo di discutere del sistema di autorizzazioni proposto dal gruppo ad alto livello a fine 2012 e che costituisce la base della posizione negoziale del Consiglio. Il Parlamento aveva quindi proposto il mantenimento del sistema dei diritti di impianto fino al 2030 (e tale resta, ad oggi, la posizione ufficiale degli eurodeputati).
In occasione dell’ultima riunione della commissione agricoltura si è tenuto un dibattito approfondito sulla questione, da cui è scaturita un’evoluzione, seppur informale, del mandato negoziale del Parlamento.
In sintesi gli europarlamentari sono stati concordi nel discutere di un nuovo “sistema autorizzativo” caratterizzato dai seguenti elementi:
– per quanto riguarda l’entrata in vigore e la durata del nuovo sistema, gli eurodeputati sono pronti ad accettare un inizio nel 2019 (non prima) ed una fine nel 2030 (o una durata illimitata) con una necessaria revisione a medio termine
– per quanto riguarda la percentuale massima consentita per i nuovi impianti, potrebbe essere compresa tra 0,5 e 1%, con possibile adozione differenziata (ad esempio, 0,5 % per i grandi paesi Produttori e 1% per gli altri, anche su questo punto non vi è accordo unanime)
– per quanto concerne, infine, estirpazione e reimpianto secondo i deputati europei è necessario evitare un reimpianto condotto senza regole, ed al tempo stesso ritengono eccessivo limitare l’impianto sullo stesso terreno.
Le negoziazioni del trilogo del 6 giugno non hanno consentito di raggiungere un risultato finale e le trattative proseguiranno il 24 giugno.
Il quadro delineato lascia poche speranze che il tavolo negoziale abbia quale esito il mantenimento dello status quo. Gli argomenti di dibattito si sono concentrati su pochissimi aspetti e il mantenimento del sistema dei diritti di impianto – pur se valutato da più parti, con alcuni adattamenti, lo strumento migliore per gestire il potenziale vitivinicolo europeo e nazionale – allo stato attuale non sembrerebbe più considerata, dai tre protagonisti del Trilogo, un’opzione politica percorribile.
Sono invece più chiari gli ambiti di discussione che sono stati circoscritti alla percentuale di crescita, alla durata e alla data di inizio del regime. L’intesa finale potrebbe prevedere una durata del sistema delle autorizzazioni prorogata fino al 2028 o 2030, ma la Commissione, a fronte di ciò, ha richiesto di partire con il nuovo sistema dal 2016. Un orientamento di massima per il compromesso sul tasso di crescita annuale sembrerebbe raggiungibile con una percentuale attestata all’1%.