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Denominazione vini Ue non c’è da stare sereni


“Dal documento di lavoro predisposto a seguito del Comitato di gestione della Commissione europea non emergono rassicurazioni in merito alla proposta di liberalizzazione dell’uso dei nomi dei vitigni fuori dalle attuali zone di produzione”, avverte Paolo De Castro, coordinatore per il gruppo dei socialisti e democratici della commissione agricoltura del parlamento europeo, replicando alle informazioni diffuse dal M5S circa un miglioramento della posizione dell’esecutivo Ue sul delicato tema della tutela dei vini identitari.
“La Commissione – continua De Castro – ha formulato una proposta che solo apparentemente mantiene lo status quo, ma che nei fatti non offre alcuna garanzia ai produttori italiani. Da un lato, l’esecutivo Ue dice di mantenere l’allegato con l’elenco dei nomi di vitigno in questione così come lo conosciamo oggi, poi però fissa una condizione d’uso che non ci dà garanzie per il futuro. Per utilizzare i nomi presenti nell’elenco, infatti, sarebbe sufficiente avere un disciplinare di produzione e fare una notifica alla Commissione”.
Come dire: domani la Spagna, Paese che oggi non può utilizzare, ad esempio, il nome Barbera, con un disciplinare di produzione e una notifica alla commissione potrebbero produrre il Barbera di Madrid.E una prospettiva inammissibile per l’Italia.
“Se l’esecutivo ha già predisposto – conclude De Castro – un nuovo documento di lavoro, che va nella direzione da noi auspicata lo tiri fuori, ma da quel che ci risulta quel testo ancora non c’è”.
La guardia va insomma tenuta alta. “Una riforma come quella prospettata – commenta il presidente regionale della Cia Lodovico Actis Perinetto – rischia di scontentare tutti penalizzando i produttori senza alcun vantaggio di trasparenza per il mercato. Per questo la Cia del Piemonte chiede a Martina di vigilare perché una tale proposta di deregulation non si trasformi in un regolamento che rischierebbe di banalizzare dop ed igp italiane penalizzando gli investimenti sostenuti negli anni dai produttori”.