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Dal Piemonte, via libera al mosto concentrato


Con delibera n 10-2019 del 5 agosto la Giunta regionale del Piemonte ha autorizzato l’aumento del titolo alcolometrico volumico naturale dei prodotti vitivinicoli ottenuti dalle uve raccolte nella nostra Regione.
I vini da tavola potranno essere arricchiti fino ad un limite massimo di 1,5% vol ed i vini dop fino ad limite un massimo di 1% vol, tranne il Roero e le Colline Saluzzesi. E’ molto probabile che quasi tutte le Regioni italiane adotteranno un provvedimento simile.
In altre parole, in forza di un andamento climatico che non avrebbe portato le uve alla giusta maturazione, le Regioni autorizzeranno l’aumento della gradazione alcolica con qualche “aiutino”.
L’arricchimento con mosto concentrato rettificato – il prodotto liquido non caramellizzato ottenuto mediante disidratazione parziale del mosto di uve – dovrebbe essere concesso soltanto nelle annate caratterizzate da condizioni climatiche sfavorevoli, ma è diventato ormai una prassi normale. Slow Food è già scesa in campo per chiedere con forza che l’arricchimento non sia più possibile in annate calde: “Siamo nel 2015, con un’estate torrida. Chi non riesce a far maturare le uve per produrre vini di qualità media deve cambiare lavoro“.
A prescindere dalla valutazione sull’utilizzo di questo tipo di pratiche, sarebbe comunque più corretto che la concessione dei permessi fosse preceduta da una discussione seria tra i produttori.
Va aggiunto pero’, per amor di verità, che il mosto concentrato rettificato non è estraneo alla filiera dell’uva, mentre il saccarosio, che viene utilizzato per lo stesso scopo nei paesi del Nord Europa ed in Francia, é una sostanza completamente estranea. Non solo, ma, costando un terzo del mosto concentrato, il saccarosio determina anche una concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori.

(Fonte: Cia Piemonte)