Da Israele alla Svizzera il latte a Villanova Solaro
20 dicembre, alla presenza della presidente della Provincia, Gianna Gancia,
e del presidente dell’Unione industriale di Cuneo, Franco Biraghi. In primo piano,
il confronto tra le diverse realtà produttive, la fine delle quote latte e le premiazioni
«La caduta delle quote è un cambiamento sulla carta, l’importante è adattare la propria filosofia di produzione».
E’ il messaggio che la giovane e battagliera allevatrice svizzera, Ana Feitknecht, ha lasciato ai colleghi dell’Edf Italia, l’associazione degli allevatori europei, riuniti venerdì 20 dicembre per il Boehringer Ingelheim Italia Award 2013 al castello di Villanova Solaro, alla presenza, tra gli altri, della presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, e del presidente dell’Unione industriale di Cuneo, Franco Biraghi, oltre che di 250 allevatori, principalmente da tutto il Piemonte.
Un convegno per riflettere, alla vigilia dell’abolizione delle quote latte (2015) e a fronte degli ultimi dati di Ismea e CremonaFiere che confermano la rapida espansione della domanda globale di latte, con buone prospettive per i produttori italiani.
COSI’ FUNZIONA LA SVIZZERA
Ana Feitknecht ha illustrato il quadro del settore lattiero-caseario svizzero in rapporto a quello italiano, evidenziando differenze e criticità reciproche.
In Svizzera ci sono 24 mila produttori di latte, contro i 36 mila italiani, ma la produzione media delle aziende svizzere (138.000 kg di latte per azienda con circa 25 ettari di terreno) è sensibilmente più bassa di quella dell’Italia (307.000 kg di latte per azienda). Un chilogrammo di latte su tre viene trasformato in formaggio, ed un chilogrammo di formaggio su tre viene esportato. Per i formaggi a pasta dura (Dop) viene usato latte prodotto senza insilati.
Il sistema delle quote, legate alla superficie, in Svizzera è stato introdotto nel 1977, nel 1999 è stata data la possibilità di commercializzare le quote e nel 2006 quella di uscire volontariamente dal sistema, che è poi caduto nel 2009.
LIBERO MERCATO E TRASPARENZA
«L’uscita dalle quote ha migliorato la competitività sul mercato – ha detto l’allevatrice svizzera -, le aziende si sono specializzate e professionalizzate, riducendo i costi di produzione. E’ il libero mercato, e non più lo Stato, a regolare la produzione. Nel 2012, l’utile netto del latte è tornato ai livelli del 2001, dopo aver toccato il minimo nel 2007».
Il problema principale è la scarsa trasparenza del mercato, in mano per oltre l’80 per cento a quattro grandi aziende di trasformazione e due supermercati per la vendita al dettaglio. La volatilità del mercato è aumentata, mentre i formaggi tradizionali (Emmentaler, Sbrintz), anche a causa del cambio sconveniente con l’euro, hanno perso attrattiva, a fronte di una maggiore richiesta di prodotti innovativi (caffèlatte emmi, formaggi freschi, mozzarelle).
ALLEVAMENTI ISRAELIANI
Uno spaccato della panoramica zootecnica dei bovini da latte in Israele è stata offerta dal veterinario libero professionista Illan Dagoni, evidenziando le particolarità degli allevamenti, che devono fare i conti con la siccità (le vacche stanno sempre in stalla, perché non ci sono pascoli e l’acqua utilizzabile è solo quella di scarto), e l’incidenza sulla produzione del regime alimentare degli animali, nutriti prevalentemente con insilato di granoturco e sorgo. Dall’Europa vengono importati pellet di erba medica, mentre i cereali arrivano in Israele quasi tutti dagli Stati Uniti.
MASTITI E VITELLAIE
Sul piano tecnico veterinario, il convegno ha visto gli interventi di Marco Ablondi, technical manager Boehringer-ingelheim Italia divisione Vetmedica, sulla patologia della mastite, e di Marco Colombo, veterinario libero professionista milanese, sulla gestione della vitellaia.
L’incontro era stato introdotto da Christian Troetschel, head of animal health business unit Italy-Boehringer Ingelheim Italia, mentre in chiusura ha parlato Antonino Bedino, presidente di Edf Italy, che durante il pranzo ha premiato gli allevamenti con le migliori prestazioni aziendali, sulla base delle cellule somatiche del latte.
LE AZIENDE VIRTUOSE
Di seguito, ecco le aziende premiate (tra parentesi, il caseificio di conferimento): Galleana SS. (Biraghi); Vaschetto Flli (Osella); Bertinetto Aldo (Abit); Bussi Dama (Fiandino); Scotta PA. (Italatte); Salut Sergio (Centrale Latte Torino); Mondino Guido (Valgrana); Angaramo Bartolo (Valgrana); Testa Flli (Italatte); Petitti Stefania (Italatte) e Pasero Ivo (Quaglia).
(nella foto: da sinistra, Illan Dagoni, Claudia Morisiasco, Antonino Bedino e Ana Feitknecht)