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Cuneo ha un sogno la “cosa” del latte


“Voglio esporre un sogno, forse qualcosa di già visto, ma che giova ripetere”. All’inizio di un nuovo anno è consuetudine fare gli auguri di ogni bene. Questa volta Bartolomeo Bovetti, già direttore Apa e direttore Compral, ha scelto una via diversa. Ha scritto una “lettera aperta” in cui espone quello che definisce un “sogno” ma che è la proiezione verso il futuro di esperienze, ragionamenti e intuizioni maturati nel corso di quarant’anni di attività da protagonista del sistema allevatoriale. “Mi auguro – dice Bovetti – che la mia provocazione sia accolta per quello che vuole essere: una libera riflessione sulle dinamiche e gli sviluppi del settore lattiero-caseario dal punto di vista del nostro mondo cooperativistico, chiamato a importanti sfide per consolidare la propria centralità”.

A TUTTI QUELLI CHE CI CREDONO…

A tutti quelli che ci credono, a tutti quelli che non ci credono…
Nella complessa attività agroindustriale la presenza dell’imprenditore agricolo in forma associata come componente attiva del sistema produttivo rappresenta, sotto ogni punto di vista, una salvaguardia per tutti gli attori anche, quasi paradossalmente, per quelli che non vi partecipano. In proposito non mancano esempi significativi nei vari comparti latte, carne, frutta, servizi; tuttavia non sempre lo stare insieme nella forma classica rappresentata dalla cooperazione ha saputo incidere positivamente sul tessuto produttivo come sarebbe auspicabile.

LA FORZA DELLE STALLE

Non si vuole in questa lettera ricercare le cause e individuare i rimedi, è un aspetto che già è stato oggetto di analisi complesse, quindi tralasciamo, dando per acquisito che sussista una sufficiente capacità imprenditoriale e proviamo a calare la nostra attenzione sul comparto latte della provincia di Cuneo e, nella fattispecie, sul sistema cooperativistico di fatto esistente. Come si è detto tralasciamo le criticità che pure non mancano e tentiamo di illuminare i valori in positivo.
Il punto di avvio è rappresentato dall’immaginare e mettere a fuoco una visione prospettica in chiave organizzativa tale che sappia e possa coinvolgere le realtà esistenti, partendo appunto dai valori che esse esprimono sia come territorio, sia come numero di imprese, sia come capacità produttiva.

QUATTRO SOCIETA’

Un primo passo è rappresentato dalla consapevolezza che sia necessario ragionare in termini unitari di sussidiarietà e abbandonare il proprio orticello, condizione indispensabile ma non scontata, anzi. Assunto questo elemento come prerequisito proviamo ad analizzare nel dettaglio l’esistente.
Nella provincia di Cuneo il sistema cooperativo nell’ambito del comparto latte è rappresentato da quattro società: Valle Josina, Valle Stura, Piemonte latte, Compral latte. Sono cooperative con un’ampia base sociale ed una più o meno lunga storia alle spalle, ma ciò che conta, per dare significato alla nostra analisi prospettica, è la loro capacità di esprimere dei valori. Vediamoli questi valori, li propongo in forma snella, estremamente sintetica per non assumere l’aspetto arido della relazione tecnica.
Valle Josina è strutturata con uno stabilimento moderno in grado di produrre formaggi sia freschi che stagionati (Dop) e ha un’ottima capacità produttiva. Valle Stura, in territorio montano, produce latte fresco, gelati, con un punto vendita strategico. Piemonte latte dispone di punto di stoccaggio e raccolta in area strategica, possiede ottima capacità, ha collegamenti con importanti realtà nazionali. Compral latte non dispone di strutture ma possiede un’importante esperienza nella gestione della filiera attraverso il collegamento stretto e funzionale con il Sistema Apa (oggi Arap su base regionale) che gestisce il laboratorio di analisi.

UNA “COSA” UNICA

A questo punto, conclusa questa volutamente frettolosa analisi per non perdere il filo del ragionamento, proviamo a dimenticare le sigle e immaginare di fondere le esperienze sopra descritte in una sola unica “cosa”. Sì, chiamiamola “cosa” come se fosse un sogno…
In concreto la “cosa” potrebbe veramente segnare tutto il sistema produttivo della provincia con un impatto pari a circa la metà del latte prodotto, essere un punto di riferimento per tutti, affrancare gli allevatori dai contratti unilaterali, rendendoli attori protagonisti e non comparse; sotto il profilo più strettamente industriale si andrà ad abbracciare tutti gli indirizzi produttivi dal fresco allo stagionato, si disporrà di una buona capacità di stoccaggio del prodotto accanto ad una progettualità di filiera unica. Inoltre si potrà creare un marchio collettivo forte, realizzare e potenziare iniziative promozionali e commerciali indirizzate ad affermare il prodotto locale proposto dai produttori. E altro ancora potrebbe nascere anche attraverso l’utilizzo dei fondi destinati dal P.s.r.

POSSIBILE FUSIONE

In concreto l’operazione di fusione potrebbe iniziare preliminarmente attraverso un progetto affidato a un team di professionisti neutrali a cui sarà assegnato il compito di operare una valutazione delle singole realtà (la cosiddetta due diligence) e di seguito redigere il progetto di fusione da portare all’approvazione delle singole assemblee delle cooperative.
Esistono ostacoli in questo percorso?
Molti. Gli ostacoli sono delle barriere a volte alte e impervie, spesso rappresentate dalla pochezza umana; per andare oltre e raggiungere la méta occorre volare ancora più in alto, disporre di una visione staccata dalle posizioni singole, dalle sigle, dalle appartenenze, dal passato, dai personalismi e guardare avanti senza esitazioni e senza rivendicazioni. Quello che conta non è tanto da dove si parte bensì dove si vuole arrivare, con un’attenzione a non cadere nella trappola – purtroppo sempre in agguato – rappresentata dall’effetto “carrozzone” che significa creare un mostro frutto di compromessi e appesantimenti tecnici ed operativi, decisioni al ribasso per accontentare tutti; non dimentichiamo che certi passaggi pur utili e necessari impongono sacrifici, rinunce e sofferenze. Ma questo è un altro discorso, rappresenta il secondo tempo che si collega al primo senza soluzione di continuità.

RIPETERE, GIOVA

Oggi però siamo agli albori, si vuole muovere un primo timido passo attraverso un ragionamento semplice e comprensibile, gettare un sasso nello stagno… Esporre un sogno, forse un qualcosa di già visto. Non importa, la ripetizione giova dicevano i latini, proviamoci.
Ad maiora!

Bartolomeo Bovetti