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Cuneo chiede un “tavolo” per la frutta


La campagna delle pesche e nettarine in provincia di Cuneo è partita con il piede sbagliato. Complice l’andamento climatico anomalo che sta caratterizzando questi mesi estivi, la produzione, infatti, è in forte ritardo e a questo si aggiunge una partenza dei consumi decisamente in sordina in tutta Europa.

SENSIBILIZZAZIONE NAZIONALE
La Confagricoltura di Cuneo, consapevole di questa situazione, è in contatto diretto con i vertici nazionali affinché si facciano portatori delle istanze dei frutticoltori cuneesi e mettano in campo ogni strumento utile per risollevare il comparto. Dopo essersi confrontata con i produttori locali e regionali l’associazione ha allo studio iniziative di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni che riguarderanno il settore della frutta e, in generale, dell’ortofrutta nazionale.

TAVOLO MINISTERIALE
Già durante l’assemblea annuale che si è svolta a Entracque lo scorso 11 luglio, Confagricoltura Cuneo aveva illustrato le problematiche del settore al presidente nazionale, Mario Guidi, e al viceministro all’Agricoltura, Andrea Olivero. Proprio da quest’ultimo erano giunte in quella sede rassicurazioni per la convocazione di un tavolo di confronto ministeriale sulla frutta.

APPRENSIONE NEI FRUTTETI
“L’umore che regna nei frutteti cuneesi – dice Marco Bruna, direttore di Confagricoltura zona di Saluzzo – è di apprensione per una situazione che, se si manterrà tale, andrà ad aggravare i bilanci delle aziende del comparto frutticolo, già fortemente colpiti dagli effetti della batteriosi del kiwi. Confidiamo in un miglioramento nelle prossime settimane”.

COSA FARE
Sulla situazione interviene Alberto Giordano, presidente della sezione Ortofrutticola di Confagricoltura Cuneo: “Il clima incerto di queste settimane ha ritardato la maturazione del prodotto, mentre d’altro canto si registra una produzione abbondante in Italia come in tutta Europa. Questo fa sì che il mercato stenti a decollare e le quotazioni restino ben al di sotto dei costi di produzione. Allargando l’orizzonte, ci sarebbe bisogno di un rinnovamento varietale ma visti gli andamenti delle ultime campagne si tratta di investimenti molto pesanti per le aziende del comparto. Occorrono inoltre anche misure strutturali che aiutino un settore nevralgico a reggere meglio questi scossoni: una su tutte, un accordo interprofessionale tra Italia e gli altri Paesi europei produttori di pesche per ridurre i cosiddetti ‘tagli bassi’. Sarebbe un intervento utile ad alzare la qualità e a dare ossigeno al comparto, ma serve la collaborazione di tutti”.
Sostanzialmente si sta lavorando su due piani. A livello comunitario l’Italia ha proposto di chiedere alla Commissione l’attivazione di misure di crisi previste nell’ambito dell’OCM unica attraverso gli artt. 219 e 221, appositamente previste per contrastare le turbative di mercato, o mettere in campo le misure necessarie per risolvere problemi specifici al fine di ridurre la quantità di prodotto da immettere sul mercato. Si vorrebbe coinvolgere anche altri Paesi produttori, Spagna, Francia, Grecia, oltre ovviamente, all’Italia, per chiedere urgentemente l’attivazione di queste misure attraverso lo strumento dei ritiri di mercato. Sulle modalità dei ritiri non c’è ancora nulla di definito, ma l’idea sarebbe di estenderli a tutti i produttori, concentrarli nell’arco di un paio di settimane e finanziare l’operazione con un’apposita dotazione prevista dall’OCM. A livello nazionale l’obiettivo è quello di incentivare i consumi di pesche e nettarine nazionali attraverso il progetto di valorizzazione promosso dall’Organismo Interprofessionale. Si tratta della prima campagna di promozione e comunicazione di sistema, prodotta dall’intera filiera ortofrutticola italiana allo scopo di valorizzare e sostenere il consumo di prodotto italiano. L’iniziativa si articolerà fino a metà settembre con la presenza, nei punti vendita di tutte le principali catene della Distribuzione Moderna, di materiale promozionale che richiamerà l’attenzione del consumatore alla stagionalità, alla territorialità e alla qualità.