Crisi orofrutticola il tempo è scaduto!
deve arrivare preparato e consapevole del malcontento dei nostri frutticoltori
alla riunione del consiglio informale dei ministri dell’agricoltura europei, previsto
per il 30 settembre a Milano. Lo chiede il direttore di Coldiretti Piemonte, De Concilio
Come noto lo scorso 16 settembre la Commissione Europea ha presentato una nuova proposta di regolamento per rendere più efficaci le misure atte a sostenere i produttori ortofrutticoli colpiti dall’ embargo russo, dopo la sospensione, il 10 settembre scorso, delle precedenti disposizioni a seguito delle richieste, che hanno messo a dura prova le strutture comunitarie, avanzate dalla Polonia.
Dice il direttore di Coldiretti Piemonte, Antonio De Concilio: “La situazione nelle campagne piemontesi è molto pesante. La scorsa settimana abbiamo scritto anche all’assessore Giorgio Ferrero affinchè, in sede di conferenza Stato-Regioni venissero affrontate due questioni: una riferita alla crisi di mercato dell’ ortofrutta, l’altra relativa agli aiuti comunitari sull’ embargo operato dalla Russia sulle nostre pesche. E questo perché la Commissione Europea ha anche dato facoltà a ciascuno Stato membro di usufruire di un volume addizionale di intervento da distribuire a propria scelta tra i prodotti oggetto di intervento. Ribadiamo che i fondi sono pochi e saranno comunque erogati tardivamente. Il nostro Governo deve arrivare preparato e consapevole del malcontento dei nostri frutticoltori alla riunione del consiglio informale dei ministri dell’agricoltura europei, previsto per il 30 settembre a Milano”.
La deflazione nelle campagne ha fatto crollare in media i prezzi pagati alle imprese agricole. Dal 5 per cento con punte del 17 per cento per la frutta. Questa è la causa del clima di sfiducia dopo una estate funestata dal maltempo che ha provocato danni diretti ed indiretti superiori al miliardo.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati dell’Istat sulla fiducia delle imprese a settembre. La crisi sta alimentando una spirale negativa tra consumi e deflazione che sta mettendo a rischio le imprese e la spesa dei consumatori. I prezzi pagati alla produzione agricola calano del 7 per cento per le coltivazioni con riduzioni più sensibili delle quotazioni per vini (-18 per cento), frutta (-17 per cento) e semi oleosi (-22,5 per cento) mentre per l’allevamento le quotazioni del bestiame vivo si riducono del 6,8 per cento.