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Cresce la domanda di latte buone prospettive in Italia


La crescita dell’economia e della popolazione mondiale sta determinando una rapida espansione della domanda globale di latte, soprattutto nei paesi emergenti del Sud-est asiatico, Sud America e Medio Oriente. Un’analisi di Ismea e CremonaFiere, che organizza la più importante Fiera Internazionale del Bovino da Latte (giunta alla 68esima edizione) evidenzia che nei Paesi emergenti, grazie all’aumento del reddito pro capite, si stanno progressivamente abbandonando i regimi alimentari tradizionali a favore di diete con maggiore presenza di proteine animali determinando ricadute dirette sul comparto lattiero caseario che diventerà uno più dinamici nel prossimo decennio.
Le prospettive a medio termine per latte e derivati sono molto favorevoli. La produzione di latte è destinata ad aumentare dopo il 2015, ma a un tasso di crescita moderato: nel 2022 la produzione comunitaria dovrebbe raggiungere i 159,3 milioni di tonnellate, pari a un aumento complessivo del 5% rispetto al 2011. La maggiore disponibilità di latte dovrebbe tradursi in una maggior produzione di formaggi, stimata in crescita di quasi il 7% (dal 2011 al 2022), per un totale di 9,6 milioni di tonnellate. La produzione di latte in polvere scremato aumenterà del 23% (1,3 milioni di tonnellate circa nel 2022), quella di burro dell’8% (2,4 milionì di tonnellate nel 2022).
“Nel breve e medio periodo – spiega Antonio Piva, presidente di CremonaFiere – la domanda mondiale di latte e di prodotti lattiero caseari avrà ancora una fase di crescita decisa, ma non corrisponderà un analogo aumento delle produzioni nei Paesi in cui la domanda crescerà in maniera robusta. Se così sarà, come tutto lascia supporre, le produzioni di latte e di prodotti lattiero caseari saranno ancora appannaggio dei Paesi grandi produttori, tra cui metto l’Italia per i formaggi, che dovranno però attrezzarsi per aumentare il loro export.
“L’intero settore agroalimentare – continua Piva – guarda sempre più attenzione ai mercati esteri come abbiamo rilevato nel corso della 68esima Fiera Internazionale del Bovino da Latte, dove il 90% degli espositori, tra cui molti operatori esteri e giovani agricoltori, vista la crisi del comparto italiano, ha rivolto la propria attenzione verso gli altri Paesi. Le ditte dei diversi settori, tra cui mangimi, genetica, farmaci, macchine agricole, impianti biogas, mungitrici, edilizia per stalle esportano i loro prodotti principalmente in Romania, Bulgaria, Ungheria, Russia e Ucraina. Molto interesse suscitano anche l’Algeria e il Marocco, e stanno crescendo le esportazioni in Mali, Mauritania e Senegal. Per quanto riguarda il mercato italiano, la ripresa è lenta, soprattutto perché le aziende agricole sono ancora schiacciate dalle spese e dai pochi rendimenti. Per questo gran parte delle vendite delle attrezzature e di tutto quello che ruota attorno al mondo agricolo si rivolge fuori dai confini nazionali. Le ditte espositrici propongono sempre più spesso nuovi prototipi, o migliorano le attrezzature già esistenti, soprattutto dal punto di vista della tecnologia”.
Secondo i dati Ismea e CremonaFiere il principale produttore di latte a livello mondiale è stata, anche nel 2012, l’Unione Europea (27 paesi) con 150 mila tonnellate. Gli Stati Uniti, dove ne sono state prodotte quasi 100 mila tonnellate, sono secondi mentre Nuova Zelanda, Argentina e Australia seguono a grande distanza con meno di 30 mila tonnellate ciascuna. In Italia la produzione complessiva di latte commercializzato (consegne ai caseifici + vendite dirette) è stata di oltre undici milioni di tonnellate (11,2). La metà si è concentrata nel Nord-ovest (49,6%) con il picco in Lombardia che con i suoi 4,6 milioni di tonnellate rappresenta il 41% della produzione nazionale. Seguono l’Emilia Romagna (1,9 milioni), il Veneto (1,1 milioni) e il Piemonte (poco meno di 1 milione). Nel Centro-Sud (12,9%) e nelle Isole (3,6%) la produzione si concentra nel Lazio (352 mila tonnellate), in Puglia (378 mila), Campania (219 mila), Sardegna (217 mila) e Sicilia (192 mila). (Fonte: elaborazioni Ismea su dati Agea)
In Italia le aziende di allevamento di bovino da latte (vacche da latte con almeno 2 anni di età), secondo i dati Ismea-CremonaFiere, sono oltre cinquanta mila (50.337) e quasi un milione e seicentomila (1.599.442) i capi di bestiame. Le aziende si concentrano prevalentemente nel Nord-est (37,1% del totale) e nel Nord-ovest (27,8%) dove il numero medio di capi per allevamento è più elevato.
In Italia oltre il 60% degli allevamenti ha meno di 20 capi (a fronte di una media nazionale di 32 capi per azienda). Queste piccole aziende rappresentano, però, solo il 12,4% del totale dei bovini da latte allevati in Italia. Le imprese di grandi dimensioni (con oltre 100 capi), pur rappresentando solo il 7,8% del totale, costituiscono le realtà economicamente più produttive con ben il 45% dei bovini allevati. La Lombardia è la regione dove si concentra il maggior numero di aziende di allevamento di bovino da latte (16,8% del totale nazionale). Seguono il Trentino Alto Adige (15,8%), il Veneto (10,2%), la Campania (8,8%) e l’Emilia Romagna (8,5%). Il 68% delle bovine da latte viene allevato in sole quattro regioni del Nord Italia: Lombardia (34,2% del totale nazionale), Emilia Romagna (15,5%), Veneto (9,5%) e Piemonte (9,1%). (Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat)