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Così il latte costerà meno dell’acqua


Il latte è sceso in Europa sotto la soglia dei 30 cent/litro, con un crollo dei prezzi che sfiora il 40%. E la situazione, con la fine delle quote ad aprile 2015, è destinata a peggiorare.
Le cause dell’emergenza sono tre: calo dei consumi, aumento della produzione, embargo russo. Insieme hanno scatenato la corsa al ribasso del prezzo del latte, che rischia di scendere ulteriormente con la liberalizzazione del mercato.
Il settore, che è una colonna portante dell’economia agroalimentare europea e nazionale, è in estrema difficoltà e non si puo’ aspettare che il mercato riparta da solo. Occorrono interventi concreti ed urgenti per consentire quell’atterraggio morbido alla fine delle quote che anche la Cia aveva proposto. Purtroppo sia in Europa, sia in Italia, si sta facendo poco o nulla.
Il “mini” piano latte proposto dal ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina in questa situazione é soltanto un pannicello caldo, del tutto inadeguato per curare una malattia gravissima. Altrettanto dicasi per il “Pacchetto latte” dell’Ue, che non ha portato i risultati attesi. Anzi, la Ue, nonostante le difficoltà del comparto, non sembra aver più intenzione di assumere una qualsiasi iniziativa.
“I produttori di latte dovrebbero ridurre la produzione di latte, se vogliono evitare il super-prelievo – ha dichiarato il Commissario Phil Hogan, intervenendo all’ottantesima edizione della International Green Week di Berlino, manifestazione dedicata al cibo e all’agricoltura – . Conoscono le regole dal 2003, confermate nel 2008. E anche se qui siamo nell’area che celebra il Natale, io non sono Gesù Cristo per fornire soluzioni agli allevatori, che conoscono le regole da molto tempo. Anche lo scorso luglio, al consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue, non è stato raggiunto alcun accordo sull’atterraggio morbido verso la fine delle quote latte, in programma per il prossimo aprile”.
Se i Governi degli Stati membri non riusciranno a mantenere sotto controllo la produzione senza farla aumentare in modo incontrollato, le conseguenze saranno molto gravi.
“La filiera – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – è chiamata a fare un salto di qualità. Ne va della sua stessa sopravvivenza”. Verissimo. Ma, sciaguratamente, la filiera in Italia è spaccata, come testimonia la ennesima mancata intesa tra l’industria di trasformazione ed i produttori sul prezzo del latte alla stalla. Della situazione sta approfittando la grande distribuzione per proporre prezzi bassissimi sul mercato.
Gli industriali forse sperano, continuando la “corsa” a produrre, di trarne un vantaggio. Ma è una scelta miope. Il conflitto tra industriali e produttori, in questo momento di grande difficoltà per il settore, rischia di far entrare in crisi non una categoria, ma un intero sistema, con conseguenze gravissime non solo per chi produce, ma anche per chi trasforma.

(Fonte: Cia Piemonte)