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Contro la fame nel mondo bisogna produrre di più


Domenica 16 ottobre sarà celebrato nel mondo il World Food Day, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
La fame nel mondo è una drammatica realtà della nostra epoca. La situazione, fortunatamente, é però in lento miglioramento.

Secondo il rapporto “Lo stato dell’insicurezza alimentare nel mondo 2015” curato da Fao, Ifad e Wfp, il numero di persone che soffrono la fame è sceso a 795 milioni, con un calo di 216 milioni rispetto al biennio 1990-92. Nel contempo la popolazione mondiale é passata da 5,7 miliardi a 7,3 miliardi.
Nei Paesi in via di sviluppo, la denutrizione è scesa al 12,9% della popolazione, con un calo del 23,3% rispetto ad un quarto di secolo fa. I Paesi che sono sulla buona strada per superare il problema della fame e della malnutrizione sono quelli che hanno una crescita agricola migliore della media.

La Fao ha inoltre ricordato in più occasioni che, a causa della popolazione mondiale in crescita esponenziale, la domanda di generi alimentari su scala globale è destinata ad aumentare del 70% entro il 2050. Si deduce da ciò quanto sia importante ricercare soluzioni tecnologiche innovative e sostenibili volte all’incremento della produzione alimentare – attraverso il potenziamento del grado di produttività, visto che la superficie coltivabile non è destinata a crescere -, non solo per far fronte alla crescita demografica, ma anche per aumentare le entrate e quindi migliorare il livello di vita dei piccoli agricoltori, soprattutto nei Paesi emergenti, dove sempre più rilevante é il fenomeno dell’abbandono delle campagne.

Nei Paesi in via di sviluppo, per molto tempo a predominanza rurale (all’inizio del secolo, il 90% della popolazione viveva in campagna), negli ultimi 50 anni si è verificato un aumento senza precedenti della popolazione urbana, che ha trasformato rapidamente la fisionomia di quei Paesi.

L’innovazione tecnologica, ivi inclusa la applicazione di biotecnologie agricole, giocherà un ruolo essenziale per garantire un aumento sostenibile della produttività. Giova ricordare che il termine biotecnologie agricole designa una vasta gamma di tecnologie usate in agricoltura e nella industria alimentare, utilizzate per un gran numero di scopi, tra cui il miglioramento delle varietà coltivate e delle popolazioni animali per aumentare la loro produttività o la loro efficienza, la diagnosi di patologie sia animali che vegetali, la produzione di vaccini per uso veterinario, e il miglioramento dei processi fermentativi impiegati nella preparazioni alimentari.

Il concetto che l’agricoltura deve essere prima di tutto produttiva va ribadito con forza perché in questo momento sembrano vincenti quelli che auspicano un ritorno generalizzato all’agricoltura “tradizionale”, o pensano, nel migliore dei casi, che all’agricoltura debbano essere affidati gli obiettivi più disparati, di carattere spesso vago, ma certamente sempre meno l’obbiettivo della produttività.

Produrre di più è un imperativo per far fronte alle esigenze alimentari della futura popolazione del pianeta, ma è altrettanto importante che ciò che viene prodotto non venga sprecato. A tal fine é necessaria una pluralità di azioni, perché gli sprechi avvengono ad ogni livello della filiera agroalimentare e le tipologie di spreco non sono uguali ovunque.

Nelle società occidentali grandi quantità di alimenti vengano sprecate prima di raggiungere i nostri frigoriferi, ma il grosso degli sprechi avviene nelle case dei cittadini. È quindi importante investire su progetti educativi, a partire nelle scuole. Il cibo non é una merce come tutte le altre e nei suoi confronti bisogna portare rispetto.
Nei Paesi in via di sviluppo lo spreco, invece, deriva principalmente da una scarsa efficienza della rete distributiva, dall’arretratezza dei sistemi agricoli, dall’assenza di strumenti di conservazione e sicurezza alimentare.

L’ottimizzazione del consumo alimentare, che è una delle premesse all’equità sociale, richiede forti interventi strutturali ed anche radicali cambiamenti di modelli economici e di stili di vita. Speriamo si avvii una discussione seria sull’argomento spreco, evitando di cadere nella trappola, sempre incombente, della demagogia.

(Fonte: Cia Piemonte)