Sezioni


Conto alla rovescia per l’addio alle quote latte


A pochi mesi dallo stop alle quote latte, il mercato europeo registra produzioni in aumento nella maggior parte dei Paesi Ue e quotazioni in calo. Produrre più latte sembra essere divenuta la parola d’ordine per affrontare lo stop alle quote latte, che cesseranno di esistere fra meno di 90 giorni, quanti ne mancano al primo aprile 2015.
Così in Germania la quantità di latte prodotto è già aumentata del 4,1%, del 6,7% in Francia, dell’8,2% nel Regno Unito. Percentuali che si riferiscono al periodo aprile-settembre 2014, data ultima delle rilevazioni comunitarie. In Italia la produzione è cresciuta del 3,7%, tanto da far temere un superamento della quota nazionale.
“Il “mini” piano latte proposto dal ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina in vista dell’abbandono del sistema delle quote – osserva Gabriele Carenini, vicepresidente di Cia Piemonte – in questa situazione rischia di essere soltanto un pannicello caldo non in grado di incidere veramente”.
Ad accrescere le preoccupazioni contribuiscono le divisioni all’interno della filiera del latte, testimoniate dalla ennesima mancata intesa tra l’industria di trasformazione ed i produttori sul prezzo del latte alla stalla.
“Gli industriali forse sperano che, continuando la “corsa” a produrre – sostiene ancora Carenini -, il prezzo del latte subisca altre flessioni e di trarne un vantaggio. Ma è una scelta miope. Il conflitto tra industriali e produttori rischia di far entrare in crisi non una categoria, ma un intero sistema, con conseguenze gravissime non solo per chi produce, ma anche per chi trasforma.
Se tante volte in passato si è discusso di interprofessione, ma senza approdare a nulla di concreto, ora è davvero necessario che tutti gli attori della filiera del latte sentano il dovere di superare gli interessi particolari e di fare fronte comune per garantire la sopravvivenza di un comparto, quello lattiero-caseario, strategico per l’agroalimentare italiano”.