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Consiglio agricolo europeo ecco i punti dell’accordo


Mentre proseguono i “triloghi”, gli incontri tra le massime Istituzioni europee per la riforma della Pac, il Consiglio agricolo UE ha raggiunto l’intesa. I punti più importanti dell’accordo raggiunto tra i Ministri dell’agricoltura Europei sono i seguenti:
• Agricoltore attivo, viene demandata allo Stato membro la definizione di agricoltore attivo.
• Capping, (tetto massimo agli aiuti), gli Stati membri possono ridurre l’importo dei pagamenti diretti, di una percentuale fissa, per lo scaglione o gli scaglioni (a scelta degli Stati membri), a partire da 150.000 euro.
• Prima assegnazione di diritti all’aiuto, i diritti all’aiuto verranno assegnati agli agricoltori che, nel 2010 o 2011, hanno ricevuto aiuti diretti o, se non hanno ricevuto nessun sostegno, abbiano prodotto ortofrutticoli e patate da consumo e/o abbiano coltivato la vite; nel 2012 o 2013 hanno ricevuto diritti all’aiuto dalla riserva o dall’integrazione del sostegno accoppiato.
• Convergenza interna, gli Stati membri possono decidere di raggiungere una convergenza parziale anziché totale, entro il 2019, (e non totale, come originariamente previsto) entro il 2019; limitando il primo passo al 10% del tetto nazionale o regionale (invece del 40% proposto dalla Commissione europea).
• Greening, potrà essere concesso sulla base del rispetto dei criteri (diversificazione, mantenimento prati permanenti ed aree di interesse ecologico) o delle pratiche equivalenti (o una combinazione di questi). La diversificazione delle colture si applica al di sopra dei 10 ettari. Le aree di interesse ecologico si applicano al di sopra di 15 ettari (nel 2014 al minimo il 5%, dal 2018 al 7%). Possono essere considerate aree di interesse ecologico anche le superfici a colture permanenti coltivate in terreni con pendenza del 10% o più, e superfici con colture permanenti con più di 20, ma meno di 250 alberi per ettaro. Sono previste deroghe per superfici investite per più del 75% da prato permanente o a colture sommerse (riso) per una parte significativa dell’anno o una significativa parte del ciclo colturale, e quando più del 75% delle superfici a seminativo sono interamente utilizzate per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio, lasciate a riposo, interamente investite a colture di leguminose, o sottoposte a una combinazione di tali usi. Le pratiche equivalenti sono rappresentate dagli impegni agro-climatico-ambientali assunti a norma dello sviluppo rurale e dai sistemi di certificazione ambientale.
• Giovani agricoltori, viene lasciata la facoltà agli Stati membri di concedere un pagamento annuo per i giovani agricoltori che non hanno più di 40 anni di età nell’anno della presentazione della domanda di pagamento unico.
• Aiuto accoppiato, gli Stati membri possono utilizzare fino al 7% del loro massimale nazionale, con possibilità di deroga fino al 12% o fino a 3 milioni di euro all’anno, per finanziare il sostegno accoppiato facoltativo. Nei giorni scorsi una dichiarazione congiunta di 15 Stati membri, tra cui l’Italia, ha però proposto di innalzare il finanziamento al 15%.
“Ora le carte sono tutte in tavola – evidenzia Franco Ramello, responsabile del Servizio Economico di Coldiretti Piemonte – e la partita tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo può avere ufficialmente inizio”.