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Con il caldo torna la cimice asiatica, ma l’invasione in Piemonte sembra ridimensionata grazie a strategie studiate ad hoc


Con l’arrivo del caldo torna puntuale l’invasione delle cimici che si stanno moltiplicando nel Nord Italia costringendo anche nei centri abitati i cittadini a barricarsi in casa con porte e finestre chiuse mentre nelle campagne si contano i danni provocati da questi insetti insaziabili che stanno colpendo meli, peri, kiwi, ma anche su peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni che possono arrivare fino al 40% dei raccolti nei terreni colpiti.

È l’allarme lanciato dalla Coldiretti per l’arrivo in Italia della “cimice marmorata asiatica” che è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta e che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili, col rischio di compromettere seriamente parte del raccolto.

Già lo scorso anno Coldiretti Piemonte insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, a Fondazione Agrion e al Gruppo Ferrero hanno istituito un osservatorio per allargare e approfondire la ricerca sulle strategie di lotta alla cimice asiatica. L’insetto, infatti, ha trovato in Piemonte un ambiente favorevole alla sua diffusione. In questi ultimi anni si sono registrati danni ingenti su molte colture, dal nocciolo alla frutta.

“Una problematica che si che si è acuita con i cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento accentuatasi negli ultimi anni e con il moltiplicarsi di eventi estremi e sfasamenti stagionali – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. In Piemonte stiamo riuscendo a contenere il fenomeno grazie a trattamenti mirati ed alla costante azione di monitoraggio dei nostri tecnici che, visti i risultati, non si fermerà. La sinergia sui territori ha reso possibile lo studio di strategie appropriate, adottando i metodi più sostenibili, con una particolare attenzione all’ambiente al fine di salvaguardare la qualità delle produzioni Made in Piemonte”.