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Commercio del vino cosa chiediamo agli Usa


Il segretario generale dell’Arev (Associazione delle regioni europee vitivinicole), Floriano Luciano, ha reso noto il testo della risoluzione approvata dall’associazione in merito alle trattative sul TTIP (Trattato di partenariato commerciale transatlantico).
Qui di seguito il documento integrale.

QUESTIONI TARIFFARIE

L’AREV sottolinea anche che, tenendo conto del fragile livello di protezione tariffaria reciproca attualmente in vigore nel settore vitivinicolo, i diritti doganali non sono la problematica centrale dei negoziati. E’ quindi essenzialmente sulle norme ed i regolamenti, siano esse giuridiche, finanziarie, sanitarie, ambientali, culturali ecc. che si dovrebbe operare un’armonizzazione transatlantica.
Per il settore vitivinicolo, sono le norme europee (unite a quelle dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino-OIV) più ambiziose che rischiano d’essere sacrificate come ostacoli al libero mercato. Le problematiche sono dunque pesanti per il modello vitivinicolo europeo e mondiale.

QUESTIONI DI REGOLAMENTO

L’AREV chiede quindi alla Commissione Europea ed ai suoi negoziatori del settore vitivinicolo del Trattato di libero scambio di difendere l’esigenza che:
• USA rinunciano, tanto sul mercato nazionale che internazionale, ad utilizzare le 17 indicazioni geografiche europee, dette “semigeneriche” menzionate qui di seguito anche accompagnate da menzioni come “genere” o “tipo” ecc.: Burgundy, Chablis, Champagne, Chianti, Claret, Haut-Sauterne, Hock, Madeira, Malaga, Marsala, Moselle, Port, Retsina, Rhine, Sauterne, Jérez-Xérès-Sherry e Tokaj,
• USA rinunciano, tanto sul mercato nazionale che internazionale, ad utilizzare le denominazioni tradizionali europee qui di seguito: château, classic, clos, cream, crusted/crusting, fine, late bottled vintage, noble, ruby, superior, sur lie, tawny, vintage et vintage character,
• USA garantiscano il rispetto delle pratiche enologiche riconosciute dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) per tutti i vini esportati verso i mercati europei.
• i vini europei siano esentate del certificato d’etichetta (COLA)
• il «vino biologico» europeo ai sensi degli Regolamenti (CE) n. 834/2007 e 889/2008 sia reconosciuto negli USA.

CONTROLLO DI INTERNET PER LE INDICAZIONI GEOGRAFICHE

Ricordando che è l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) che gestisce gli accordi sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale che riguardano il commercio (ADPIC/TRIPS) rilativi a la protezione delle denominazioni geografiche (Art. 22 e 23), l’AREV ricorda che la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e l’OIV hanno recentemente criticato pesantemente l’Organismo americano ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) a proposito dell’attribuzione di nuovi domini internet di primo livello generico « .wine » o « .vin » senza alcun riguardo per la protezione delle denominazioni geografiche. A questo proposito, l’AREV desidera urgentemente che il monopolio americano di internet nel settore migri verso un multilateralismo, specialmente per le procedure d’opposizione e di ricorso.

PRIORITÀ AGLI OBIETTIVI MULTILATERALI

A fronte della moltiplicazione degli accordi bilaterali e interregionali, i quali rendono fragili i sistemi multilaterali dell’OMC, dell’OIV e dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), L’AREV considera che senza il rispetto degli accordi ADPIC/TRIPS dell’OMC da parte degli USA e senza il ritorno degli USA verso l’OIV (definizione del vino, pratiche enologiche), tutti i progressi sull’insieme dei punti sopraindicati sembra votato al fallimento. L’AREV chieda alla Commissione di non derogare alle raccomandazioni ed i principi fondamentali delle Organizzazioni internazionali di riferimento quali l’OMC, l’OIV e l’OMPI (tra le altre, la clausola della Nazione più favorita ed i regolamenti dei contenziosi). E’ in gioco la credibilità, dell’Europa ed il mantenimento della sua influenza sui regolamenti, sulle norme e gli standard internazionali.